Brera, il noto quartiere di Milano è in emergenza. La situazione è piuttosto complessa in termini di investimenti e mancati introiti.
Il “sogno della grande Brera” sembra essere sul viale del tramonto, ma la realtà dice che c’è bisogno di una rinascita e soprattutto di una ripartenza: i fattori su cui agire sono molteplici, dal decoro alla gestione commerciale. La zona è stata trascurata più del dovuto post pandemia, ma i problemi cominciano da prima, considerando che è stata una delle poche parti del capoluogo lombardo a non aver ricevuto i fondi per l’Expo.
Questo ha rallentato una tabella di marcia che deve essere ugualmente intrapresa. Il problema è legato principalmente al disordine e alla mancata cura di alcuni aspetti del decoro urbano. Non si cammina come si dovrebbe, il motivo sono i cantieri aperti e i dehors. Spazi esterni in plastica che ancora campeggiano dalla situazione post Covid.
Brera, un quartiere in stallo
Una mancata organizzazione che, attualmente, si fa sentire in termini di incassi: in quella zona c’è l’Accademia delle Belle Arti, senza dimenticare la Pinacoteca. Due punti focali che valorizzano il territorio, ma non sono incentivati a dovere. Le costruzioni posticce attorno a queste magnificenze svalutano un panorama da mondovisione.
Infatti i turisti vengono da tutto il mondo, ma adesso è necessario cambiare tempo e modo – non solo di fare – e parlare al passato. Gli investimenti arrivano con il contagocce. I residenti fuggono e preferiscono andare ad abitare altrove, con meno caos e problemi, e gli sponsor ci pensano due volte prima di investire in un progetto in quella parte di territorio.
I problemi del territorio
I vari dossier, sul tavolo delle istituzioni, per ripartire ci sono: serve, però, un impegno comune. Altrimenti uno dei maggiori poli turistici sul territorio meneghino rischia di scomparire. Risucchiato dalla negligenza. Questo è il problema principale: Brera è rimasta indietro. Sembra di essere inghiottiti in un varco spazio-temporale fermo a 6 anni fa, almeno.
La situazione non rassicura nemmeno i commercianti: gli esercenti che sono lì stanno facendo il possibile per cercare soluzioni alternative. Sempre meno quelli che ancora resistono. Nonostante la zona sia piena di ristoranti e punti di ritrovo. È proprio questo “caos a cielo aperto”, però, che spaventa.
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Cosa fare per ripartire
L’unica soluzione possibile è pensare a nuovi usi del suolo pubblico e qualche investimento in più, per evitare di avere rimpianti. Anche se, ora come ora, i rimorsi sono di più per aver lasciato a sé stessa una zona che aveva tutto per poter sognare in grande e adesso si ritrova alle prese con incubi e fantasmi del passato.