Condanna esemplare per un pirata della strada di Bergamo. I fatti risalgono al 2018 ma la sentenza è di oggi: ecco i fatti
Con la legge 23 marzo 2016 anche il Parlamento italiano ha inserito nel codice penale il delitto di omicidio stradale. Questo punisce anche con la reclusione il conducente dei veicolo che, a causa della condotta poco prudente dello stesso autista, ha causato la morte di qualcuno. È proprio questo quello che è accaduto oggi a Bergamo: il pirata della strada che ha investito Francesco Zibetti, infatti, è stato condannato a sei anni di carcere.
I fatti risalgono al 2018: il 16 settembre, l’ottantacinquenne Francesco Zibetti viene investito sulle strisce pedonali fuori casa sua da quella che poi si scopre essere una Kia color argento. L’auto, però, fugge subito dopo l’incidente e di fatto fa perdere le sue tracce. I testimoni sulla scena del crimine chiamano quindi i soccorsi ma l’uomo muore due giorni dopo alle Cliniche Gavazzeni. Nello stesso momento, però, iniziano le indagini: ecco com’è stato identificato il responsabile e qual è la novità di oggi in merito alla condanna.
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Pirata della strada di Bergamo, ecco la dinamica dell’incidente
Subito dopo l’incidente, il commissariato di Polizia di Treviglio inizia le indagini per cercare di capire chi fosse alla guida della Kia che ha investito e ucciso l’ottantacinquenne di Bergamo. Il primo testimone riferisce subito di aver visto Zibetti uscire di casa, attraversare sulle strisce e venire completamente travolto da quest’auto, proveniente a forte velocità e poi scappata altrettanto rapidamente dopo il temendo impatto.
Il secondo testimone, però, dà molti più dettagli. Questo fa per la prima volta il nome di Mohamed Rabia e lo indica come l’autista della Kia che ha investito e ucciso Zibetti, poiché lo conosce bene e di fatto l’ha chiaramente riconosciuto. Secondo la testimonianza di fianco a lui c’erano anche i suoi fratelli: qualche giorno dopo l’incidente queste parole vengono confermate dal fatto che sia Rabia che uno dei fratelli vadano da questo testimone per minacciarlo ed intimidirlo, al fine di non farlo parlare.
Le indagini quindi confermano le parole dei due testimoni e lo stesso fanno le immagini riprese dalla telecamera di videosorveglianza. Pochi giorni dopo l’incidente, poi, le autorità trovano la Kia protagonista dell’incidente carbonizzata in un campo di Mozzanica, in provincia di Bergamo.
Condannato a sei anni ma è latitante
Subito dopo l’incidente e dopo aver dato fuoco alla propria auto, probabilmente con l’aiuto di un fratello, Mohamed Rabia scappa però dall’Italia e si rifugia nel suo paese di origine. Nel frattempo le indagini proseguono e la pm Maria Esposito chiede per lui sei anni di carcere. L’avvocato Michele Comotti, invece, chiede per l’assistito l’assoluzione con la formula dubitativa, sostenendo che non ci sia la certezza della presenza dell’imputato al volante, essendoci nell’auto anche i due fratelli di Rabia.
Il Tribunale oggi ha confermato i sei anni di carcere così come aveva chiesto la pm Maria Esposito: al momento, però, l’imputato si trova latitante e quindi tutto è ancora solo sulla carta.