Il Parco tecnologico padano di Lodi sta portando avanti uno studio, che avrà una durata complessiva di 18 mesi, dal titolo “Covid in pet” per verificare se gli animali domestici siano in grado di trasmettere il virus.
I primi risultati tendono verso una risposta negativa. Nel progetto sono coinvolti i ricercatori del dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università Statale di Milano e quelli dell’Università di Bari, nonché il dipartimento di Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità.
“La risposta è no – ha spiegato Saverio Paltrinieri del dipartimento di Medicina veterinaria della Statale- . Il ruolo epidemiologico degli animali da compagnia nell’infezione umana da SARS-CoV-2 è molto limitato e le normali regole di igiene domestica per la convivenza con cani e gatti sono sufficienti per prevenire qualsiasi rischio. Il primo studio, che abbiamo pubblicato a dicembre 2020 su Nature communications, andava già in questa direzione e da allora abbiamo effettuato ulteriori ricerche”.
“Abbiamo sottoposto a tampone 99 gatti che vivono nelle colonie censite dall’Ats nel Lodigiano – ha spiegato- , ovvero un territorio in cui il Covid-19 ha avuto una notevole diffusione. Sono tutti risultati negativi, anche se la maggior parte delle colonie si trova in aree urbane e i gatti che le popolano hanno spesso contatti con i loro simili esterni alla colonia di appartenenza e con gli umani. Quindi lo studio suggerisce che i gatti di colonia non abbiano un ruolo significativo nella trasmissione del virus”.
Lo stesso risultato è stato ottenuto su 48 cani e 15 gatti di proprietà di pazienti covid. “I pochi cani e gatti che contraggono l’infezione dai padroni Covid – ha concluso Paltrinieri – positivi si liberano del virus molto velocemente, nel giro di un paio di giorni”.