Processo Saipem, pm all’attacco: “Mancanza totale di controlli”

La requisitoria finirà solo lunedì prossimo, ma già la prima parte è stata un atto d’accusa molto pesante. Il processo è quello che vede imputato il gruppo Saipem nel processo in corso di svolgimento a Milano, nel quale la Procura cittadina ha accusato la società di aver pagato una tangente da 197 milioni di euro al ministro dell’Energia algerino Chakib Khelil e ai suoi collaboratori per avere una pista privilegiata negli appalti petroliveri.

“La funzione di audit interno manca completamente”, ha dichiarato il pubblico ministero Isidoro Palma nella prima parte della sua requisitoria, rivolgendosi al gruppo Saipem, che secondo il pm non avrebbe attivato le attività di regolamentazione per evitare il rischio di corruzione e per questo va ritenuto colpevole secondo la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Sempre secondo la Procura, i 197 milioni di euro sarebbero usciti dalle casse della società in maniera “apparentemente legale”, riportati nel bilancio come “costi di intermediazione”, grazie all’azione coordinata di tre manager del gruppo stesso.

Impostazioni privacy