Sono passati esattamente nove anni dalla morte di Eluana Englaro, la ragazza al centro di un vero e proprio caso politica, morta il 9 febbraio 2009 per la sospensione della nutrizione artificiale. “Oggi per me è la giornata del silenzio. Non esiste niente che possa dire”, ha dichiarato Beppino Englaro, padre di Eluana e primo protagonista della battaglia giudiziaria di quegli anni assieme all’Associazione Luca Coscioni, che lo ha sostenuto nel suo intento.
“Per la prima volta dopo 9 anni, la ricorrenza della morte di Eluana Englaro può essere celebrata in un Paese che finalmente si è dotato di una legge in grado di impedire, per il futuro, il ripetersi di un simile accanimento fisico e giudiziario, durato quasi vent’anni – si legge sul sito dell’Associazione -. Il coraggio di Beppino Englaro, che ci onoriamo di annoverare tra i nostri iscritti, ha consentito non soltanto di conquistare il rispetto della volontà di Eluana, ma di farlo nella legalità e ottemperando ai dettami costituzionali. Senza personalità come Englaro e Welby, che hanno fatto da apripista nello smuovere la giurisdizione prima e il Parlamento poi, non saremmo mai arrivati alla legge che finalmente consente sia di interrompere terapie vitali sotto sedazione, sia di garantire il rispetto delle proprie Disposizione Anticipate di Trattamento”.