Nel giorno della giornata della memoria è stato inaugurato a Monza il bosco della memoria.
Novantadue alberi sono stati dedicati ai cittadini brianzoli deportati nei lager nazisti. Ognuno venne catturato e spedito nei campi di concentramento per motivi diversi. Su 92 persone solo una ventina fece ritorno a casa. Dopo quasi dieci anni di lavoro, il 27 gennaio 2018, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, è stato inaugurato a Monza il Bosco della memoria. L’area scelta è quella situata a ridosso della ferrovia Milano-Sondrio.
Il Bosco è stato progettato dall’architetto Rosa Lanzaro, e vuole essere considerato un luogo simbolico, dedicato soprattutto alle nuove generazioni affinché comprendano che questi errori umani non debbano essere più commessi. L’idea è stata di Milena Bracesco, vicepresidente della sezione di Sesto San Giovanni- Monza dell’Aned, figlia di Enrico Bracesco, antifascista deportato a Mauthausen e ucciso nel Castello di Hartheim. Il Comune di Monza ha accettato l’idea e ha deciso di condividere le spese di realizzazione, assieme con l’Aned, che ha investito circa 20mila euro, attraverso una campagna di crowdfunding.
Su ogni albero c’è un anello in corten ( metallo ossidato) con il nome della deportata o deportato cui è dedicato. Una scultura indica il punto di partenza del percorso nel bosco, e due pannelli informativi indicano la storia del progetto e della deportazione.