Due amici con la stessa passione per la cucina fusi insieme in un progetto tutto nuovo che arriva a Milano: nasce Cucina Franca, un nuovo ristorante con appena 10 piatti e 20 posti a sedere. Ecco dove
Un nuovo posto dove sentirsi a casa, dove sentirsi coccolati dalla magistrale cucina dei due amici-chef approda a Milano. Cucina Franca è il nuovo ristorante di nicchia, adatto a tutti coloro i quali vogliono provare l’ebrezza del gusto in un mix indiscusso di eleganza e semplicità.
Un locale con pochi coperti, appena 20 tavoli, e un menù di 10 piatti che, a detta dei suoi proprietari, gli chef Facundo Castellani e Gianluca Santamato, “si vuole distinguere dai classici format di vineria con piccola cucina e allontanarsi anche dal paradigma francese”. Il nuovo ristorante nasce in Via Friuli al civico 78, tra il quartiere di Porta Romana e Corso Ventidue Marzo a Milano.
Come è nato il progetto
I due cuochi-amici raccontano a MilanoToday com’è nato il progetto culinario: “Tutto è nato dalla nostra amicizia e dall’idea di avere un locale che parlasse delle nostre esperienze, della nostra cucina e dei viaggi che abbiamo fatto”. Il progetto nasce da un gruppo di 6 persone con esperienze molto diverse tra loro. Il milanese Gianluca Santamato conosce l’amico e chef Facundo Castellani, argentino di origini italiane, a Bilbao nelle cucine del celebre ristorante Nerua dentro il Museo Guggenheim.
“Non abbiamo mai smesso, negli anni, di sognare il nostro locale a Milano”. Nel 2022, dopo la fine della pandemia da Covid, i due amici danno vita al bar Largo poco distante da dove, in seguito, nascerà Cucina Franca, diventando immediatamente il punto di riferimento per il quartiere milanese. L’inaugurazione di Cucina Franca avvenuta lo scorso sabato 22 giugno 2024 è destinato a fare la storia.
Il menu
Lo chef racconta il suo menu definendolo “prevalentemente vegetale, con pochissima carne e qualche piatto di pesce”. Ai fornelli di Cucina Franca c’è appunto lo chef Facundo Castellani. In sala l’amico Gianluca Santamato: “Volevamo un locale che non fosse una trattoria classica italiana, con un menu senza distinzione tra le portate; allo stesso tempo non siamo neanche un bistrot francese ma un luogo dove semplicemente si può mangiare buon cibo in maniera informale”.
Un menu dove si colgono le influenze internazionali, legate ai viaggi dei due proprietari. Nella carta 10 piatti in cui l’uso del vegetale, dello Slow Food e della stagionalità sono al primo posto. “Per noi non è interessante parlare di chilometro zero, la troviamo una cosa più snob che reale. Ovviamente cerchiamo qualità, presidi Slow Food, vini biologici, ma non vogliamo farne una bandiera”.
Non manca la collaborazione con l’associazione Recup, dove i volontari recuperano il cibo invenduto all’interno di mercati e supermercati. “Questa è un’azione per noi importante che fa bene al pianeta e aiuta a non sprecare”.
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10 piatti, 15 etichette di vini, i prezzi
In menu 10 ricette pensate anche per la condivisione raccontano le contaminazioni di altre cucine internazionali che hanno influenzato i due proprietari di Cucina Franca. Come la melanzana arricchita con salsa harissa tipica della cucina tunisina ma contaminata dal cacioricotta di capra garganica che vuole ricordare una parmigiana (11€).
- la Crema alle foglie di fico, porro, agrumi e sedano rapa (9€);
- la Mozzarella, fichi, mandorle e salicornia (10€);
- il pescato del giorno con mela verde, jalapeños e coriandolo (12€).
Poi, come spiega lo chef, in carta non mancano piatti dedicati allo street food, con:
- il panino di brasato, salsa chimichurri, insalata di foglie e fermentati (10€);
- l’empanadas di cipolla affumicata, provolone e origano del Mediterraneo (7€).
Infine la carta dei vini, una raccolta di nicchia. Santamato che si occupa della sala, conclude dicendo: “Comprende alcune referenze dall’Italia e dall’estero, per un totale di 15 etichette. Non vogliamo mettere in difficoltà il cliente, né spingerlo a spendere prezzi esorbitanti. Perché il nostro obiettivo è quello di far stare tutti a proprio agio”.