Fabio Altitonante, consigliere regionale di Forza Italia oggi ai domiciliari perché sospettato dai pubblici ministeri di Milano di corruzione e finanziamento illecito nell’indagine che ha portato a un centinaio di iscrizioni nel registro degli indagati e oltre quaranta arresti tra imprenditori e politici, ha deciso di rinunciare all’udienza in programma questa mattina per la richiesta di scarcerazione. L’avvocato Vinicio Nardo, che difende Altitonante, ha spiegato che alcuni atti sono stati depositati solo all’ultimo momento e quindi non c’è stato il tempo di analizzarli a fondo per poter organizzare una corretta strategia difensiva.
Altitonante ha dichiarato davanti al giudice per le indagini preliminari che il finanziamento illecito da 25mila euro è in realtà regolare e dichiarato per la campagna di Pietro Tatarella, attualmente in carcere nella medesima indagine. A fornirli sarebbe stato l’imprenditore Daniele D’Alfonso, anch’egli in manette. Altri 20mila euro sono invece contestati ad Altitonante come tangente per un permesso di costruire relativo a un’immobile di proprietà della moglie del manager Luigi Patimo.