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Politica

Santoro contro il Comune di Milano, l’appello a Sala e Piantedosi: “Ripristinate la legalità”, cos’è successo

Santoro non ci sta e attacca il Comune di Milano. Il Primo Cittadino protagonista delle frecciatine del giornalista.

La strada che porta al 9 giugno è ancora lunga, ma è tempo di presentazione liste e movimenti. Santoro – conduttore e giornalista – presenta il proprio: “Pace, terra, dignità”. Le intenzioni ci sono, anche la volontà. Non mancano le polemiche: il conduttore e giornalista si scaglia contro il Comune di Milano.

Michele Santoro contro Sala (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Il problema, secondo l’uomo, sono le sottoscrizioni. I rappresentanti della lista hanno mandato a Palazzo Marino una mail certificata in cui si attesta l’elenco dei candidati. Così i cittadini possono apporre la propria firma. Tuttavia, la risposta del Comune è stata chiara: non raccoglie le sottoscrizioni.

Comune di Milano, Santoro fa la voce grossa: l’appello a Sala e Piantedosi

Michele Santoro ha visto questo come “un atto fuori dalle regole”: in tal senso l’uomo ha chiamato Sala e Piantedosi chiedendo che venga ripristinata – testuali parole – la legalità. Secondo il cronista la gran parte dei Municipi italiani metterebbe a disposizione l’ufficio elettorale comunale per permettere ai cittadini di sottoscrivere le liste.

Il giornalista chiama in causa Beppe Sala (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Gli elenchi devono essere sottoscritti da 75mila elettori in totale. Rispetto alle 5 circoscrizioni, in ogni regione ne devono essere accolte almeno 3000. c’è tempo fino al 30 aprile, ma Santoro non demorde. Sicuro dei propri mezzi e soprattutto convinto di poter essere uno spartiacque importanti.

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Rebus sottoscrizioni

I suoi ideali hanno creato scompiglio, anche in relazione alla questione ucraina. Senza contare la situazione palestinese. Tuttavia le intenzioni ci sono e l’ex conduttore Rai andrà fino in fondo determinato a portare all’epilogo la propria crociata. Traversata appena cominciata, l’esito non è affatto scontato. La strada fino al 9 giugno è lunga, ma le premesse sembrano già piuttosto agguerrite. L’appuntamento con le istituzioni, anche per la situazione sottoscrizioni, è rimandato di qualche settimana.