L’era del caro affitto a Milano sta per finire? Sembrerebbero esserci delle buone notizie per quanti stanno cercando una stanza economica in città.
Il panorama dell’affitto a Milano sta mutando e presto potrebbe perdere la fama di città più cara d’Italia. Nel 2023, la spesa media per una stanza ammontava a circa 600€ nei quartieri più periferici. Chi voleva affittare una camera a Porta Venezia, Porta Genova o in Centro era costretto a sborsare anche più di 800 euro al mese.
Milano è il centro finanziario dell’Italia, è una città cosmopolita e culturale, con particolare attenzione alla moda al design, tanto da essere famosa per le sue scuole in questo campo. Non stupisce quindi che studenti e lavoratori preferiscano fare gravosi sacrifici economici pur di viverci. In linea generale, per potersi permettere di vivere dignitosamente a Milano, magari in un monolocale, una persona dovrebbe avere un’entrata di circa 1.600-1.700 € al mese.
Milano, stanze in affitto a canone concordato: i prezzi zona per zona
Tuttavia il vento sembra essere cambiato e attualmente l’affitto di una stanza per iniziare la propria vita nella città meneghina potrebbe non essere così proibitivo. Il Comune di Milano lo scorso 9 maggio ha dato una bella scossa al panorama dell’affitto di stanze, con l’introduzione del canone concordato anche per le porzioni di appartamento in condivisione.
Si tratta di una soluzione volta a fornire un sostegno agli studenti e ai giovani lavoratori che da oggi avranno uno strumento in più per poter vivere in città senza dover affrontare enormi sacrifici. Milano è stata divisa in quattro macro-aree, per ciascuna è stato stabilito un canone massimo mensile per l’affitto di stanze di almeno 12 metri quadrati con accesso agli spazi comuni. L’iniziativa è stata promulgata da Milano Abitare che da tempo si occupa, a titolo gratuito, di assistenza per trovare punti di incontro tra domanda e offerta di alloggi, a canone ridotto rispetto alla media di mercato.
Il Comune di Milano ha predisposto un tetto massimo per il canone di affitto a seconda che la stanza sia situata nella zona 2, 3, 4 o 5: nella zona due, quella più vicina al centro nevralgico della città il tetto massimo è fissato a 600€. Il limite scende nella zona 3, dove è previsto un tetto massimo di 500€, e scende ancora per le zone 4 e 5, dove si attesta rispettivamente a 450€ e 400€.
Un ulteriore aiuto arriva poi dalle agevolazioni fiscali legate al canone concordato che possono essere utilizzate parimenti alle locazioni di appartamenti. L’IMU viene dimezzata e la cedola secca diminuisce dal 21% al 10%. In questo modo gli stessi proprietari possono ottenere un notevole sgravo fiscale e permettersi di offrire agli inquilini canoni a prezzo ridotto.