L’eccesso di vitamina D può avere conseguenze da non sottovalutare, è bene prestare attenzione ai sintomi che possono ricondurre a questo.
Si sottolinea spesso come il nostro organismo abbia bisogno di un apporto vitaminico adeguato, ma è allo stesso tempo fondamentale che il quantitativo sia adeguato. L’eccesso di vitamina D, ad esempio, è un problema che andrebbe evitato nonostante si tratti di una vitamina fondamentale per il nostro benessere. Questa, infatti, garantisce la salute delle nostre ossa, del cuore e della mente.
Si tratta di una componente fondamentale per la regolazione del calcio e del fosforo, che a loro volta permettono il benessere di ossa, muscoli e denti. La sua assunzione è possibile già esponendoci ai raggi solari, mentre durante l’autunno e l’inverno si può compensare la loro assenza con la dieta. Questa è infatti presente in diversi cibi, come fegato di pesce e relativo olio, pesce grasso, tuorlo d’uovo, alcuni funghi e alimenti fortificati.
L’eccesso di vitamina D non fa bene
Si tende a pensare che un surplus di vitamine non faccia male, in modo tale da mettere “fieno in cascina” e fare il modo che il nostro organismo le possa sfruttare quando in emergenza. In realtà, si tratta di un luogo comune sbagliato e che non vale in caso di eccesso di vitamina D.
Se questa dovesse verificarsi, si può andare incontro a un’intossicazione, possibile però solo quando i livelli sono davvero al di sopra del normale. In genere si tende a pensare a questo quando si nota una quantità superiore di calcio nel sangue. Diversi i sintomi che possono far pensare a questo, quali nausea, diarrea e poliuria (si tende a urinare frequentemente durante il giorno e in elevata quantità).
Per quanto riguarda i segni clinici, invece, possiamo riscontrare calcificazione dei tessuti molli, ipercalcemia (eccesso di calcio nel sangue) e ipercalciuria (escrezione di calcio nell’urina in quantità superiore alla norma).
Assumere farmaci e integratori di vitamina D troppo a lungo non è quindi sempre un bene. Questo può portare a indebolimento dello scheletro e delle ossa e organi che faticano a funzionare, quali cuore e reni.
Rimediare è possibile
Se si riscontra eccesso di vitamina D è quindi bene correre ai ripari prima che i sintomi, che non sono da sottovalutare, non degenerino. Chi decide di assumere integratori o alimenti che la conengono dovrebbero non andare oltre i 10 μg/die.
A essere maggiormente a rischio sono soprattutto le donne in gravidanza (per loro la salute delle ossa è fondamentale) e in allattamento, i bambini di età compresa tra 11 e 17 anni e gli anziani. Nel caso dei bambini tra i 1 10 anni è bene non andare oltre i 50 μg/die.
In caso di intossicazione, il medico inviterà a sospendere subito gli integratori, se necessario potrebbero essere prescritti farmaci come corticosteroidi e bifosfonati, che servono a impedire il rilascio di calcio nelle ossa.