Il tonno in scatola è un alimento molto consumato, anche quando si sta a dieta: ecco come scegliere il migliore leggendo le etichette.
Il tonno in scatola è un alimento facile da utilizzare in cucina, veloce anche per chi ha poco tempo per mettersi ai fornelli. Aprendo la scatoletta è già utilizzabile per condire pasta, insalata, da mangiare da solo. Insomma, è davvero un alimento insostituibile, perfetto anche per chi sta a dieta e vuole consumare una proteina gustosa e nutriente. Per l’eventuale presenza di mercurio, però, è meglio non abusarne nel consumo: due confezioni da 80 grammi a settimana sono il quantitativo ideale.
Non tutti i tonni in scatola sono uguali. Sugli scaffali dei supermercati c’è l’imbarazzo della scelta e scegliere il migliore può non essere semplice. Si trova in tranci e filetti più o meno grandi, di solito muscolo dorsale del pesce, inscatolato dopo operazioni di taglio, cottura in acqua o al vapore e aggiunta di sale. Leggere l’etichetta o fare attenzione ad alcuni aspetti, spesso poco considerati, può condurre alla scelta migliore.
Il tonno in scatola può essere venduto in barattoli di vetro o nelle classiche scatolette di latta. Tendenzialmente sarebbe preferibile scegliere il tonno nei barattoli di vetro perché, secondo gli esperti, qui ci sono muscoli più integri e omogenei, filetti più magri e compatti e dal colore chiaro-rosato e non scuro. In alcune confezioni è presente invece la ventresca, parte più pregiata e tenera, più costosa. Nella maggior parte dei casi la specie presente in questi vasetti è il Pinne Gialle, dalle carni più pregiate che però è una varietà a rischio dato che sottoposta a pesca incontrollata.
Per una scelta sostenibile meglio optare per il tonno striato, l’altra varietà più diffusa ma non in pericolo. La specie di tonno presente nelle scatolette o nel vasetto è indicata direttamente sulla confezione. Preferibili sono gli esemplari pescati a canna oppure tramite reti a circuizione su banchi liberi, modalità che non causano la morte di altri tipi di pesci. Tutti questi dettagli sono indicati sulla confezione a discrezione del produttore dato che non c’è nessun obbligo per loro di informare i clienti. I produttori però di solito sono attenti a specificare i metodi di pesca e le zone in cui vengono catturati i vari esemplari: di solito provengono dall’oceano Pacifico, Atlantico o Indiano.
A questo proposito il WWF ha stilato una graduatoria sulle zone di pesca da preferire. Per un prodotto di prima scelta orientarsi sulla provenienza Pacifico occidentale e centrale FAO 61, 71, 81. Il tonno di seconda scelta proviene invece dal Pacifico occidentale e centrale FAO 77, 87; oceano Atlantico FAO 21, 27, 31, 34, 41, 47; oceano Indiano FAO 51, 57 mentre il tonno da evitare riguarda quello Pacifico centro-occidentale FAO 7; oceano Indiano FAO 51, 57, catturato con reti da posta. Un altro aspetto da considerare è la conservazione: meglio optare per quello conservato in olio o al naturale? Meglio al naturale perché l’olio di solito non è necessariamente quello extravergine di oliva ma più che altro di semi di girasole o solo d’oliva.
In definitiva, leggere l’etichetta può essere illuminante anche in questo caso per conoscere valori nutrizionali e ingredienti presenti, ad esempio il sale che nel tonno in scatola o in quello in vetro è a discrezione del produttore, e viene aggiunto per insaporirlo e non per conservarlo. Infine, un ultimo controllo riguarda l’eventuale apertura del barattolo di vetro: per sapere se dell’aria è penetrata all’interno della confezione basterà schiacciare la parte centrale del tappo in latta: se fa “click”, scegliere un altro vasetto.