Addio ora legale? Ecco perché cambiare l’orologio due volte l’anno fa male
Ogni anno, la stessa storia: lancette avanti, lancette indietro, sonno in tilt e cervello confuso. Ma questa volta il dibattito è più acceso che mai: l’ora legale e l’ora solare potrebbero presto sparire.
L’ora legale nacque per risparmiare energia, spostando avanti di 60 minuti l’orologio durante l’estate per sfruttare la luce naturale. In autunno, però, si torna all’ora solare, quella “vera”, e addio tramonti tardi.
Solo che oggi — con lampadine a basso consumo e città illuminate 24 ore su 24 — il risparmio è quasi nullo. E a pagarne il prezzo siamo proprio noi.
Dietro a quel semplice scatto di lancette si nasconde un mini terremoto per il nostro organismo: il ritmo circadiano, l’orologio biologico che regola sonno, umore e concentrazione.
Secondo vari studi, nei giorni successivi al cambio d’ora si registra:
più insonnia e irritabilità;
calo di concentrazione;
e persino un piccolo aumento di infarti e incidenti.
Insomma, un’ora di luce in più può significare giorni di sfasamento.
L’Unione Europea ha già discusso di eliminare il cambio d’ora, lasciando ai Paesi la libertà di scegliere se restare con quella legale o solare per sempre.
L’Italia, però, per ora resta ferma: si cambia ancora.
Morale: domenica dormiremo un’ora in più, ma il nostro corpo non sarà così grato.
E forse, tra un caffè e una sveglia puntata male, capiremo che giocare con il tempo non è poi così salutare.