La truffa del codice IBAN: pochi sanno cosa si rischia a comunicarlo a terze persone. Molti italiani vittime del raggiro

Il codice IBAN viene condiviso sempre con molta tranquillità, è opinione diffusa che non sia pericoloso ma non è così.

Ci sono tante truffe e raggiri che hanno come oggetto proprio l’uso improprio di questo codice proprio per la mancanza di informazioni adeguate.

Truffa dell'IBAN come avviene
Come evitare la truffa dell’IBAN – Milano.cityrumors.it

In realtà è fondamentale sempre prestare attenzione quando si tratta di informazioni legate al proprio account bancario, che si tratti di una semplice carta prepagata o un codice IBAN.

Truffa del codice IBAN: cosa può succedere

L’IBAN è il codice univoco che corrisponde all’International Bank Account Number che viene associato a un dato conto.

Non condividere IBAN
Truffa dell’IBAN, come funziona – Milano.cityrumors.it

Si compone da lettere e numeri che permettono di identificare subito il Paese e anche altri dati relativi al tipo di banca. Questo può essere facilmente scomposto in quanto i dati sono dati da un insieme di caratteristiche differenti. Usiamo l’IBAN per ricevere pagamenti e quindi lo condividiamo ogni qual volta è necessario. Uno strumento sicuro che viene ampiamente utilizzato in Europa per il trasferimento di denaro, composto da diversi elementi.

Il problema però è che l’IBAN offre anche l’accesso ad un uso improprio. Questo può avvenire ad esempio quando si vuole procedere ad alcune forme di addebito automatico, come le utenze o addirittura le campagne pubblicitarie sui social. Mentre per l’uso degli addebiti è consigliabile sempre avere la validazione singola e non avere lo strumento aperto e accessibile per tutti.

Quando vogliamo pagare ripetutamente una bolletta o una spesa ricorrente, procediamo all’addebito automatico che si fa fornendo l’IBAN. Ogni mese così la persona o l’ente è accreditato per poter prelevare i soldi. Solitamente le banche mettono a disposizione un sistema di doppia verifica, oltre a firmare il documento a coloro che procedono all’addebito bisogna materialmente inserire i dati richiesti anche nel sito della banca. In altri casi invece questo strumento è aperto e quindi chiunque può procedere con un addebito automatico sotto forma di sistema SEPA.

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Possono esserci piccoli bonifici di cui talvolta non ci si rende conto perché di poco conto, magari dieci o venti euro ma ripetuti per molto tempo, in altri casi invece ci sono addebiti unici ma corposi. La cosa fondamentale quindi è non fornire con troppa leggerezza il codice e soprattutto limitare mediante il proprio accesso alla banca la possibilità di gestire senza autorizzazione gli addebiti SEPA sul conto. In questo modo, ogni volta che qualcuno vuole procedere, non deve solo fornire i vostri dati ma ricevere comunque la pre-autorizzazione al pagamento stesso.

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