Il datore di lavoro non paga? Ecco cosa si può fare se il salario manca durante l’assenza per motivi di salute.
Il diritto del lavoratore al pagamento durante la malattia è un principio fondamentale che mira a garantire la sostenibilità economica e la sicurezza finanziaria di chi, per motivi di salute, è costretto a interrompere temporaneamente l’attività lavorativa. Tuttavia, se il datore di lavoro non adempie correttamente a questa responsabilità, il dipendente si trova ad affrontare non solo il disagio fisico legato alla malattia, ma anche il grave problema dell’assenza di retribuzione.
In tali situazioni, è essenziale conoscere i propri diritti e adottare le misure adeguate per proteggere il proprio benessere finanziario. Innanzitutto, il dipendente che si ammala ha l’obbligo di informare tempestivamente il datore di lavoro della sua condizione e di procurarsi un certificato medico che attesti la necessità di assentarsi dal lavoro per motivi di salute. Questo documento, una volta trasmesso all’Inps, consente l’erogazione dell’indennità giornaliera a carico dell’Ente previdenziale. Il datore di lavoro, durante i primi tre giorni di assenza per malattia (periodo di carenza), è tenuto a pagare la retribuzione interamente, senza alcuna detrazione. Che succede se non lo fa?
Se il datore non paga
Se il datore di lavoro omette di corrispondere la retribuzione durante il periodo di carenza, il dipendente può intraprendere diverse azioni per tutelare i propri diritti. In primo luogo, è consigliabile avviare un confronto diretto con l’azienda, cercando di comprendere le ragioni del mancato pagamento e chiedendo una soluzione immediata al problema. Nel caso in cui questa via non porti a risultati soddisfacenti, è possibile rivolgersi all’INPS e all’Ispettorato del Lavoro per segnalare la situazione e richiedere il loro intervento.
La segnalazione all’INPS è particolarmente importante, poiché l’Ente previdenziale può intervenire per verificare la corretta applicazione delle norme in materia di malattia e garantire che il datore di lavoro adempia ai suoi obblighi. Parallelamente, è opportuno presentare un reclamo all’Ispettorato del Lavoro, organo preposto a vigilare sul rispetto delle normative lavorative, compreso il diritto del lavoratore al pagamento durante la malattia.
Nel caso in cui queste azioni non conducano a una risoluzione positiva e il datore di lavoro persista nel mancato pagamento, il dipendente ha il diritto di sporgere denuncia/querela presso le autorità competenti. Questo passo rappresenta un atto formale che evidenzia la violazione delle norme sul pagamento durante la malattia e può innescare ulteriori azioni legali per il recupero delle differenze retributive e la tutela dei diritti del lavoratore.
È importante sottolineare che il sistema giuridico è progettato per garantire la tutela dei lavoratori in caso di inadempienza da parte del datore. I tribunali del lavoro sono competenti per risolvere le controversie legate al mancato pagamento durante la malattia, assicurando che il lavoratore riceva la giusta compensazione e che il datore di lavoro sia sanzionato conformemente alle leggi vigenti.
In conclusione, se il datore di lavoro non paga la malattia, il dipendente ha a disposizione una serie di strumenti per far valere i propri diritti. Dalla segnalazione all’INPS e all’Ispettorato del Lavoro fino alla possibilità di sporgere denuncia / querela, è fondamentale agire in modo tempestivo e determinato per garantire il rispetto delle normative sul pagamento durante la malattia e la tutela del proprio benessere finanziario.