Uno sguardo a suoni distopici ed estremamente elettronici con rime crude e molto aggressivi, Yeat si esibisce per la prima volta in Italia
Quattro album in poco meno di tre anni, zeppi di idee – a volte persino troppe – che lo rendono uno dei protagonisti sicuramente più creativi della nuova scena rap e hip-hop internazionale.
Yeat passa da Milano giovedì sera – dall’Alcatraz – per l’unica data italiana del suo tour mondiale.
Yeat all’Alcatraz
Un passaporto americano con radici in parte messicane e in parte rumene – sua madre è rumena, suo nonno paterno era emigrato negli States da Tijuana – Yeat è sicuramente un personaggio molto interessante per la quantità di idee che propone e per la versatilità delle sue scelte artistiche.
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Con qualche ‘vezzo’ legato a una immagine volutamente misteriosa e velata. A cominciare da uno stile poco convenzionale che a volte lo vede esibirsi senza quasi mostrarsi, coperto da passamontagna che con gli anni si sono fatti più stilosi e fashion.
A volto coperto
Ultimamente la scelta di Yeat di proporsi con il volto quasi completamente coperto da una balaclava ha fatto tendenza rendendolo un personaggio intrigante, al di là del successo delle sue canzoni che nel corso degli ultimi mesi si è fatto crescente. Spinto con non poco aiuto anche dalle tendenze dei social, in particolare quando la sua Get Busy è diventata rapidamente tormentone su Tik Tok.
Yeat, in rampa di lancio
Ventiquattro anni, attivo da quasi dieci anni quando poco più che ragazzino aveva prodotto il suo primo demo, all’anagrafe Noah Olivier Smith è idealmente il primo erede di Travis Scott.
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Si può anzi quasi dire che alcuni elementi ascoltati in Utopia siano stati in qualche modo anticipati dalle primissime produzioni di Yeat, anche con i suoi lavori più recenti ha dimostrato di voler proseguire con uno stile proiettato all’elettronica che esplode soprattutto nelle dinamiche dei suoi bassi. Innovativo anche il suo stile di scrittura che si appoggia su moltissimi neologismi e che va capito testi alla mano, e che anche così molto spesso sfugge…
Il futurismo di 2093
Il suo ultimo disco 2093 propone una raffica di brani estremamente spinti e aggressivi che dal vivo rendono molto bene. Anche per questo probabilmente il primo tour europeo davvero completo di Yeat sta andando particolarmente bene. La sua unica data italiana del tour di Eurolyfe è in programma questa sera all’Alcatraz di Milano.
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Impressionante il seguito di 2093 che ha debuttato al secondo posto nella classifica Billboard totalizzando oltre 150 milioni di stream globali nella prima settimana e confermando Yeat come una delle stelle più brillanti e promettenti del rap contemporaneo.
In Italia lo si è sentito relativamente poco: questo sarà il suo primo show italiano, lanciato dall’ottimo successo di IDGAF – frutto della collaborazione con Drake – secondo in classifica tra i singoli in America.
La scaletta di Yeat
Questa la scaletta dello show che è appena passato da Zurigo e Parigi
– IDGAF (Drake cover)
– Talk
– On tha linë
– Gët Busy
– Sorry Bout That
– Mad bout that
– Turban
– Swërved It
– Nun id change
– Money Twërk
– Poppin
– Flawlëss
– Big tonka
– Out thë way
– Psycho CEO
– ILUV
– U Should Know
– Stand On It
– If We Being Real
– Riot & Set It Off
– Breathe
– Geek Time
– Geek Party
– GO2WORK
– TURNMEUP
– Monëy so big
– 1093