Per una sera soltanto, venerdì 12 luglio alle ore 21, il Castello Sforzesco di Milano ospita una rivisitazione di Suspiria, primo atto della trilogia delle Tre Madri di Dario Argento
Quando Dario Argento diede vita a uno dei suoi primi grandi capolavori – il film Suspiria – era il 1977. E l’idea originale del grande regista italiano dell’orrore era quello di scrivere un viaggio nel mito delle tre madri del diavolo.
L’ispirazione gli arrivava dal libro dell’autore scozzese Thomas De Quincey Suspiria De Profundis. La Trilogia delle Tre Madri è sicuramente una delle proiezioni più convincenti di Dario Argento che dà vista a prima a Suspiria, poi a Inferno e infine al meno fortunato e forse meno ispirato dei tre capitoli, La Terza Madre, nel quale recitava la figlia Asia.
Suspiria a Milano
Thomas De Quincey, scrittore e giornalista che aveva ottenuto in gioventù la fama mondiale con il libro Confessioni di un Mangiatore d’Oppio, nel 1845 intraprese un viaggio per lo portò a Milano per visitare Palazzo Imbonati, famoso per essere considerata una casa infestata. A Milano l’attività di spiritisti e animatori e studiosi dell’occulto all’epoca era all’apice. De Quincey stesso era un autore atipico. Più che l’ispirazione cercava vere e proprie prove non solo dell’esistenza di una vita dopo la morte ma anche dell’influenza sulla nostra esistenza di realtà spirituali positive e negative, arcane e protettrici.
Un uomo fortemente complesso e la cui opera fu inquietante almeno quanto il suo percorso narrativo tra abusi di oppio e amicizie estremamente pericolose.
Le tre madri
Milano diventa per De Quincey una sorta di città perduta nella quale dare caccia ai fantasmi e alle anime perdiìute. É proprio qui che nasce il libro Suspiria De Profundis all’interno del quale unisce dissertazioni esistenziali sul senso della vita e del dolore ma anche veri e propri quadri costituiti dal ritratto di personaggi sul cui ruolo e storia l’autore s’interroga.
L’ultimo capitolo di questo libro si intitola Levana e le Nostre Signore del Dolore e parla di come abbia avuto l’autore abbia avuto una una visione delle Tre Madri che descrive come tre donne potenti e inquietanti che rappresentano la causa di ogni sofferenza nel mondo. Sono Mater Suspiriorum (Suspiria), Mater Tenebrarum (Inferno) e Mater Lacrimorum, la più giovane, bella e spietata, la terza madre, destinata a ergere il proprio dominio sul mondo proprio dall’Italia.
Suspiria: Il Capolavoro di Argento
Suspiria è senza dubbio il film più famoso della trilogia. La pellicola racconta la storia di Suzy Bannion, una giovane ballerina americana che si trasferisce a Friburgo per frequentare una prestigiosa accademia di danza. Ben presto, Suzy scopre che l’accademia è in realtà un covo di streghe, guidato dalla malvagia Mater Suspiriorum, la Madre dei Sospiri.
Una delle caratteristiche distintive di Suspiria è la sua straordinaria estetica visiva. Dario Argento ha collaborato con il direttore della fotografia Luciano Tovoli nel creare un film visivamente sbalorditivo, utilizzando colori vivaci e saturi, in particolare rosso, blu e verde, che conferiscono al film un’atmosfera onirica e surreale. Argento è stato uno dei primi registi a definire il modo assolutamente creativo ed estremo il Technicolor ha permesso di esaltare queste sfumature , creando un’esperienza immersiva davvero unica nel suo genere.
La colonna sonora di Suspiria affidata dalla band italiana Goblin guidata da Claudio Simonetti, autore dello splendido tema di Profondo Rosso, è un altro elemento chiave del film.
I suoni inquietanti e i ritmi ossessivi contribuiscono a creare un senso di terrore costante. La musica, spesso presente anche nelle scene più tranquille, mantiene lo spettatore in uno stato di tensione continua, amplificando l’orrore visivo e narrativo.
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Suspiria si distingue anche per la sua atmosfera onirica e fiabesca. La trama non segue una logica lineare e razionale, ma si sviluppa come un incubo febbrile. Gli eventi inspiegabili e le immagini surreali contribuiscono a creare un senso di disorientamento e paura, portando lo spettatore a mettere in dubbio la realtà stessa del mondo rappresentato.
Lo spettacolo al Castello Sforzesco
Partendo dal libro di Thomas De Quincey, dalla storia di Palazzo Imbonati e dalle suggestioni nate al cinema con i film di Dario Argento e Luca Guadagnino, lo spettacolo racconta la fatidica notte in cui lo scrittore scozzese si presentò a Milano, giocando sugli stilemi della letteratura gotica per far rivivere al pubblico l’esperienza dello scrittore, accompagnandolo a indagare sul misterioso suicidio del XVI secolo che diede adito alla leggenda di cui lo stesso Giuseppe Parini fu divulgatore e ad assistere alle visioni che ne sconvolsero il sonno.
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L’opera unisce recitazione alla danza per rendere omaggio al mito cinematografico sulle musiche realizzate appositamente dal compositore Brando Riccardo Spedicato, per portare lo spettatore in un viaggio in cui sogno e realtà si alternano e confondono fino a coincidere portando il pubblico ad essere vero e proprio protagonista del finale.
La scenografia dello spettacolo sarà invece composta da numerosi reperti provenienti dalla mostra “ESOTERICA Exhibition” di Venezia messi a disposizione da Roberto Paparella, direttore del Museo d’Arte Criminologica di Casale Monferrato, che allestirà il palco con numerosi oggetti legati all’immaginario esoterico in quella che sarà una vera e propria mostra sul palco.
Allestimento e produzione di Suspiria
L’allestimento di Suspiria è curato dalla Compagnia del Grand Guignol nata nel 2014 come progetto dell’Associazione Convivio d’Arte 2012 per riportare in Italia l’antico teatro della cronaca nera, ispiratore del genere horror, a 68 anni dall’ultima rassegna ufficiale in Italia.
La Compagnia è attualmente riconosciuta a livello internazionale tra le cinque rappresentanti ufficiali di questo genere al mondo. Il lavoro drammaturgico del regista e autore Gianfilippo Maria Falsina Lamberti si basa sulla ricerca storica di leggende e di fatti di cronaca nera italiani e stranieri dall’antichità ai giorni nostri, portando così in scena un’opera di divulgazione che accosta la cultura storica alla tradizione popolare.
Attingendo a piene mani da tale repertorio, questo genere si propone quindi di presentare al pubblico storie di violenza e orrore quotidiano così come incubi e mostri del passato, accoppiando cronaca e leggenda, serio e faceto, con lo scopo di mostrare l’umana assuefazione al male partendo proprio dall’ingenuo feticismo del pubblico per i soggetti e le tematiche horror che porta le persone a concentrarsi sempre sul “mito” dell’assassino e dimenticando invece i veri protagonisti di queste storie: le vittime.
Lo spettacolo è in programma per una sera soltanto venerdì 12 giugno alle ore 21 nella suggestiva ambientazione del Castello Sforzesco di Milano ed è curata dal Teatro Spazio Tertulliano con la quale la compagnia Grand Guignol collabora dal 2016 e che, per volontà del Direttore Giuseppe Scordio, ospita anche il primo corso in Europa sul teatro del Grand Guignol per dare seguito a quanto viene portato in scena sul palco garantendo futuro e nuovi approcci al genere.