L’epoca in cui viviamo è senza ombra di dubbio la più ricca per il mondo fumettistico: prodotti di qualità sempre maggiore trovano il giusto spazio nei ripiani di librerie, biblioteche e fumetterie mentre, al contempo, chiunque ha la possibilità di mettere in mostrare il proprio lavoro ad un pubblico virtualmente sconfinato tramite le varie piattaforme online. A perderci, in questa rivalutazione, sono le edicole: un tempo tappa fissa per ogni ragazzino, ora destinate all’oblio. Quale destino attende allora le varie pubblicazioni che da sempre si affidano ai chioschi come principale punto di distribuzione perché possano mantenere l’interesse dei lettori? Il mio suggerimento è: seguire l’esempio di Linus.
La migliore e più importante rivista fumettistica italiana, da alcuni mesi sotto la direzione editoriale di Igor Tuveri (in arte Igort), ha subito un restyling grafico, rendendolo un prodotto di qualità superiore che trova il suo degno posto negli scaffali dei negozi.
Se nell’apparenza ha subito un miglioramento, la sostanza, di certo, non ne ha mai avuto alcun bisogno e Linus si conferma essere un prodotto di eccellenza artistica: oltre a ristampare le intramontabili vignette dei Peanuts insieme ad altri classici come Copi e Calvin & Hobbs, il magazine dà spazio ad artisti italiani e internazionali, affermati o in attesa del meritato riconoscimenti; fumettisti del calibro di Davide Toffolo, Paolo Bacilieri e Riad Sattouf fianco a fianco con disegnatori magari meno conosciuti ma egualmente interessanti. Il giusto spazio viene dato anche alla scrittura con articoli, rubriche e racconti dalle tematiche più svariate.
Con cinquantaquattro anni di pubblicazione alle spalle, il mensile milanese simbolo e orgoglio del fumetto italiano non sembra soffrire né l’età né la crisi dell’editoria, offre invece ai suoi appassionati lettori la possibilità di creare una collezione esteticamente accattivante e culturalmente elevata.