Settima causa di morte nel mondo, a Trescore Balneario la demenza senile la si combatte con l’arte: il progetto innovativo
Ogni tre secondi, nel mondo, una persona scopre di avere l’Alzheimer o un’altra forma di demenza senile. Si tratta di una condizione che quindi affligge moltissimi anziani e non solo e che, ad oggi, è la settima causa di morte nel mondo. A Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, la RSA Giovanni XXIII ha avviato un progetto innovativo per la cura di questa condizione: alla base non ci sono terapie specifiche, ma il potere evocativo dell’arte.
Il progetto si chiama “Custodire Memorie“ ed è nato da Accademia Carrara di Bergamo, in collaborazione con il centro d’eccellenza Alzheimer FERB Onlus e ATS Bergamo, realtà che hanno coinvolto oltre a quella di Trescore anche altre RSA sparse sul territorio orobico. Ecco l’esperienza di chi lavora e vive nella struttura Giovanni XXIII.
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A parlare dell’attuazione di questo progetto nell’RSA di Trescore è Laura Carlozzo, un’educatrice. Intervistata per bergamonews.it, ha rivelato che all’interno della struttura è stata allestita una sala-museo dove sono state messe le riproduzioni di alcune opere importanti. Qui, le persone sono libere di muoversi e di osservare i quadri, lasciando fluire i propri pensieri a anche i propri ricordi: “Così una montagna riporta alla Grande Guerra combattuta negli Alpini, una ragazza con la chioma rossa diventa Anna, l’amata figlia…“, ha detto.
L’arte diventa quindi un mezzo di rievocazione di quelle emozioni e di quei ricordi che si credeva fossero andati perduti per sempre e, insieme a una terapia non farmacologica sperimentale, diventa una nuova strada sulla quale si cerca di camminare alla ricerca di una cura contro l’Alzheimer e le demenze.
Altro obiettivo di queste terapie innovative, come rivela Petro Segata il presidente della cooperativa sociale Società Dolce (che ha realizzato in RSA il progetto artistico) è quello di ridurre al minimo l’approccio farmacologico e le contenzioni meccaniche nei confronti dei pazienti con demenza. Nelle RSA, infatti, un ospite su due ha una problematica di questo tipo.
D’altronde, è inevitabile ammettere che queste saranno anche le malattie del futuro, quindi una delle maggiori sfide sanitarie che ci troveremo a dover combattere: riuscire a individuare delle metodologie alternative a quelle tradizionali e potenzialmente anche più funzionanti è quindi necessario.