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Nuovo codice della strada, a Milano: perché i ciclisti protestano. Cosa cambia

Mobilitazione contro la nuova normativa che regola la circolazione stradale. Milano protesta, soprattutto i ciclisti: ecco le novità in merito

Nella giornata del 10 marzo, i simpatizzanti di “Sai che puoi?” hanno organizzato una pedalata dalla Triennale fino a corso Monforte a Milano. Obiettivo era quello di protestare contro alcune delle nuove regole del Codice della Strada, soprattutto in riferimento alla circolazione delle biciclette: secondo i manifestanti, queste norme porteranno indietro l’Italia di 40 anni sul fronte della sicurezza stradale.

Le nuove regole del Codice della Strada fanno infuriare: a Milano proteste dai ciclisti (milano.cityrumors.it)

Al centro delle polemiche le regole che potrebbero favorire la velocità dei veicoli a motore, una diminuzione di interesse nei confronti dei dispositivi che regolano la velocità come gli autovelox e la creazione di nuove isole pedonali. Criticate, però, anche alcune norme specifiche nei confronti dei ciclisti e delle biciclette: ecco nel dettaglio.

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Zone di attestamento ciclabile

Una delle novità più importanti riguarda l’introduzione della zona di attestamento ciclabile: consiste in una linea di arresto, al semaforo per le bici, più avanzata rispetto a quella delle automobili, dei motorini e dei veicoli a motore. Inoltre, le automobili quando vorranno superare una bici dovranno starne distanti almeno un metro e mezzo: questo, però, varrà solo dove le condizioni della strada lo consentiranno, motivo per il quale questa norma è stata contestata dalle associazioni di ciclisti.

Le nuove regole del Codice della Strada fanno infuriare: ecco in cosa consistono (milano.cityrumors.it)

Per quanto riguarda la guida contromano delle biciclette, ogni Comune in base alla propria sensibilità gestirà questa annosa questione: in ogni caso, sarà possibile farlo solo in presenza di corsie ciclabili a senso doppio.

Equipaggiamento e multe

Con il nuovo Codice della Strada saranno obbligatori per tutti i ciclisti le luci anteriori gialle o bianche, le luci posteriori rosse, i catadiottri sui pedali e sui lati della bicicletta e dei campanelli per segnalare la presenza. Le luci dovranno essere sempre accese da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima dell’alba, quando ci si trova a pedalare con la neve, la pioggia o la nebbia e anche in galleria. Nel caso in cui i ciclisti adottino comportamenti scorretti, anche per loro ci saranno sanzioni anche molto pesanti. La multa minima sarà di 42 euro, mentre quella massima di 173 euro.

Le norme che mancano

Le associazioni dei ciclisti si lamentano anche e soprattutto per l’assenza di normative che favoriscano la mobilità dolce e sostenibile, con specifico riferimento al documento, diffuso anche da Legambiente, che blocca con effetto immediato la possibilità di realizzare ciclabili o strade ciclabili fino all’emanazione di un futuro regolamento ad hoc.

Critiche anche in merito alla riduzione delle “case avanzate”, cioè quella zona rossa che veniva riservata alle biciclette per poter poi svoltare davanti alla linea d’arresto delle auto.