Chiara Ferragni un anno fa era a Sanremo e aveva il mondo in mano: una donna slanciatissima sul lavoro e in famiglia. Oggi è cambiato tutto.
Chiara Ferragni, la lettera della discordia. La donna lo scorso anno era all’Ariston. Sanremo tutto per lei, la prima imprenditrice digitale a calcare quel palco. L’apice della sua carriera: una rappresentante del terziario avanzato entra a gamba tesa nel glamour e nel costume italiano all’interno della manifestazione più popolare italiana.
La Rete arriva sul piccolo schermo. Le dirette social come mezzo di intrattenimento e i monologhi per cavalcare gli hashtag. Tutte cose che c’erano già, ma arrivando a Sanremo diventano automaticamente nazionalpopolari. Chiara Ferragni non era più solo la regina delle indluencer, ma anche il punto di riferimento per tutti e tutte. Ce l’aveva fatta.
Chiara Ferragni, un anno dopo Sanremo
Quel monologo alla sé stessa bambina lo confermava. Forse proprio da lì sono iniziati i problemi. Quello era l’apice e una volta raggiunto il massimo puoi solo scendere: a distanza di un anno da quella performance è cambiato tutto. Il pandoro gate, la beneficenza alterata per proprio tornaconto, la credibilità mediatica messa in dubbio, le Procure che indagano su di lei. La truffa aggravata come (possibile) accusa e capo d’imputazione: le perdite.
I negozi vuoti e un marchio che sembra non avere più l’appeal dei tempi d’oro. Un anno fa Chiara Ferragni era in cima a tutto, ora sta vorticosamente scendendo. Questa caduta in picchiata non è dato sapere quanto durerà, ma sicuramente il suo caso ha spento il mito dell’influencer che diventa imprenditrice dal niente.
Leggi anche: Fedez alle strette: dura replica del Ministero della Salute e AIFA, perchè stanno esaurendo gli enzimi pancreatici
Cos’è cambiato
Lei ha creato il suo universo, ora rischia di distruggerlo. Un “errore di comunicazione” – come lo chiama lei – che non le è stato perdonato. Il resto lo decideranno le autorità. Quel che è certo è che, un anno dopo il suo Festival, lei è costretta a risalire la china. In uno sliding doors – il gioco delle porte girevoli – che rasenta il sadismo. Dalle stelle alle stalle. Certo: Ferragni non fa la fame, ma ha perso (parte) della fama. E forse questo è lo smacco più difficile da digerire.