Figura di rilievo nel mondo culturale e politico milanese, Giulio Trevisani si è spento dopo una lunga malattia aveva 70 anni
Il mondo culturale e politico milanese è in lutto per la scomparsa di Giulio Trevisani, figura di rilievo nella scena teatrale ma anche storico attivista politico nel campo dell’impegno sociale e civile.
Trevisani a Milano è ricordato per una miriade di iniziative grandi e piccole, ma soprattutto per il suo ruolo come direttore di scena del Teatro alla Scala. Aveva 70 anni ed era malato da tempo.
Nato e cresciuto a Milano dove si era diplomato nel 1974 alla Scuola civica d’arte drammatica che oggi è intitolata a Paolo Grassi, Trevisani ha mosso i primi passi professionali al Piccolo Teatro. Una vera e propria fucina di talenti e di attività che soprattutto negli anni ’70 era un laboratorio tra i più attivi e intensi del panorama teatrale e culturale italiano.
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Fu un periodo di straordinaria formazione per lui nella collaborazione di alcuni degli allestimenti più prestigiosi e importanti dell’epoca. Poco tempo dopo viene chiamato al Teatro Stabile di Genova, un’altra istituzione che era ai vertici della produzione teatrale.
Poi nel 1978 la consacrazione definitiva con la chiamata la sua carriera ha raggiunto un importante traguardo con l’ingresso al Teatro alla Scala di Milano, uno dei templi mondiali dell’opera e del balletto. Qui, Trevisani ha ricoperto il ruolo di direttore di scena fino al 1982, contribuendo alla messa in scena di numerose produzioni di alto profilo.
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Un incarico che ha consolidato la sua reputazione professionale, ma soprattutto gli ha consentito di stringere legami significativi con artisti, registi e altri professionisti del settore dandogli l’ambizione di creare qualcosa di nuovo e di esclusivo.
La più interessante sfida personale di Giulio Trevisani, che era un cultore della cultura circense e che coltivava un senso del teatro estremamente sociale e atipico, dove le persone fossero tanto coinvolte da diventare esse stesse parte dello spettacolo, è sicuramente il CircOplà. Una vera e propria scommessa che vede Trevisani realizzare qualcosa di assolutamente unico nel suo genere.
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È il 2007 e dall’infinitamente grande Trevisani realizza qualcosa di assolutamente piccolo e artigianale. In uno spazio minuscolo in via Vigevano, a due passi dal Naviglio e in soli 9 metri quadrati, Trevisani crea uno spazio teatrale dove artisti e pubblico dividessero lo stesso identico palco. Una esibizione teatrale o musicale per non più di tre o quattro persone.
“Il teatro è intimità – spiegava all’epoca Trevisani raccontando la sua visione che era stata allestita all’interno del CircOplà – si possono creare grandi cose e splendide emozioni anche in spazi assolutamente ridotti e con investimenti minimi. Il mio sogno è quello di un teatro da recapitare a soggetto, per ogni singolo fruitore. Qui ci siamo molto vicini. I grandi numeri, le platee dispersive non fanno per me. La cosa peggiore di un teatro? Un pubblico lontano e distratto…”
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Mentre allestiva le prime rappresentazioni nel minuscolo CircOplà, Trevisani lavorava a molti altri progetti. Il suo era un laboratorio artistico a 360° nel quale lavorava a video e grafica, foto e testi, macchina da presa e webcam collaborando a tutti i livelli con numerose associazioni culturali.
Crea la testata giornalistica Quinta Stagione, che si occupa di turismo; fonda l’associazione culturale FuoriSarpi, una delle prime realtà culturali che contamina la tradizione milanese con la vita della Chinatown del capoluogo. Nel 2013 nel 2013 costituisce l’Associazione di Promozione Sociale Articoloquattro nel tentativo di creare opportunità di lavoro e di espressione per numerosissimi artisti in crisi, uccisi dalla logica e dalla cultura di grandi numeri e delle sovvenzioni.
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Una delle sue attività più interessanti è in collaborazione con Ludovico Einaudi per il quale scatta decine di foto artistiche che diventeranno la copertina di uno dischi del compositore ma anche una mostra, Ritratti di borse con donne.
Crea e alimenta una dozzina di siti che realizza, disegna e compone personalmente. Si appassiona alle tecniche di streaming quando – erano i primi anni 2000 – il termine streaming nemmeno esisteva. La sua colonna editoriale Seneca è uno dei primi esempi di distribuzione digitale di contenuti on line. Gratis. Tutto destinato agli studenti.
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Le opere di Trevisani sono diventate spesso oggetto di attenzione. Suo è il “Progetto Scala” che nel 1983 per la prima volta vide lo storico teatro milanese aprirsi alle sponsorizzaioni. Nel 1984 riesce a finanziare grazie ad alcune sponsorizzazione, i lavori della linea e della Metropolitana. E alcune stazioni diventano così una sorta di esposizione a cielo aperto.
Per molti anni Giulio Trevisani è stata una delle voci culturali più alte della sinistra milanese, spesso impegnato anche da un punto di vista poltico in modo particolare durante la campagna elettorale del 2011 che porta all’elezione di Giuliano Pisapia a sindaco di Milano.
A salutarlo è proprio uno dei candidati che si era avvalso della sua collaborazione nel corso delle ultime elezioni regionali. Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico in Regione Lombardia lo ha voluto salutare con un messaggio su Facebook: “Ci sono compagni che danno il massimo in modo tutto loro. Con spirito ribelle e passione civile Giulio Trevisani è stato certamente uno di questi. Lo ho conosciuto e frequentato in questi 15 anni di storie sparse della sinistra milanese. Gli anni iniziati con la vittoria di Pisapia sulla destra del 2011. Giulio con le sue dolcezze, i suoi spigoli, la sua ironia, a modo suo c’è sempre stato. Lo incontravi in un corteo, lo ascoltavi parlare di sostegno al reddito e cultura, lo vedevi scherzare e inalberarsi”.
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Anche Alessandro Giungi, consigliere comunale del Pd, ha espresso il suo dolore per la perdita di Trevisani: “Ci lascia un amico vero. Un anarchico di sinistra. Una persona sincera, generosa, buona e appassionata. Senza di lui non sarei mai diventato consigliere comunale. Nelle campagne elettorali mi ha sempre accompagnato come un fratello, creando volantini, iniziative e sostenendomi anche nei momenti più difficili…”
Giulio Trevisani lascia un’eredità fatta di passione per il teatro, impegno civile e un’infaticabile dedizione alla cultura. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per Milano, una città che Trevisani ha amato e alla quale ha dedicato gran parte della sua vita e delle sue energie.
Nonostante i problemi di salute che lo avevano colpito negli ultimi anni, Trevisani non ha mai smesso di impegnarsi per le cause in cui credeva.