La città di Milano ha al suo interno una via “stregata” dalla storia magica e assolutamente da conoscere: ecco tutta la verità.
La città meneghina è una delle più amate a livello nazionale e internazionale, capace di regalare delle storie che riescono a farsi ricordare per anni. Tra queste troviamo sicuramente la via “stregata” di Milano che nasconde una storia magica e da conoscere.
Milano è una città che volge il suo sguardo al futuro ma non dimentica il suo passato. Un passato composto da tantissimi episodi che oggi la rendono ricca storia, di cultura e anche di leggende, come dimostra quella sulla strega Arima di via Laghetto.
Attorno a via Laghetto c’è una leggenda che ci riconduce al 1630, con la città in ginocchio per la peste. Ma in via Laghetto accade qualcosa di impensabile che hanno portato a definire quel tratto di strada come “stregata”. Entriamo insieme nei dettagli per scoprire tutta la verità che si nasconde dietro questa parte di Milano.
Milano, via Laghetto “stregata”: il motivo che si nasconde dietro la leggenda
L’antica leggenda che coinvolge via Laghetto a Milano ci porta al 1630, nel periodo in cui la città meneghina si trovava a fronteggiare la peste. A quell’epoca, nella via abitava una strega di nome Arima che tutte le notti organizzava feste e banchetti, preparava pozioni magiche e ballava sui tetti insieme ai suoi seguaci. Si dice che volava anche fino a Piazza della Vetra.
Quando la peste piombò nella città, questa fu messa in ginocchio. Chi viveva in via Laghetto però non si ammalava mai, sembrava che la peste non potesse arrivare in quella zona. La popolazione non riusciva a spiegarsi questo mistero e cominciò a credere che la malattia fosse tenuta lontana dai riti magici delle streghe che abitavano lì.
La leggenda ha preso sempre più campo, a tal punto di arrivare ai giorni nostri. Ma la realtà è un’altra e riguarda la presenza della polvere di marmo lavorato che aveva la capacità di tener lontane le pulci, veicolo primario del contagio.
Nella zona era presente un laghetto dove dal Naviglio arrivavano i barconi con dei blocchi di marmo per la costruzione del Duomo. Il materiale venne scaricato, tagliato sul posto e poi portato al cantiere: la polvere di marmo si depositò ovunque, anche sulla pelle degli abitanti della zona. Una “magica” polverina che, di fatto, li ha resi immune all’attacco delle pulci.