Condanne Doppia Curva, le motivazioni choc: affari, estorsioni e rapporti con la ’ndrangheta. Il caso del “legame” con Fedez

Le motivazioni della sentenza Doppia Curva descrivono un’organizzazione stabile, capace di intimidire, controllare settori dello stadio e garantire affari illeciti sotto protezione mafiosa.

Il quadro che ha portato alle condanne degli allora vertici del tifo organizzato di Inter e Milan è quello di una “stabile interazione” con la criminalità organizzata calabrese e con la gestione dei parcheggi.

Le curve di Milan e Inter
Condanne Doppia Curva, le motivazioni choc: affari, estorsioni e rapporti con la ’ndrangheta. Il caso del “legame” con Fedez (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

Un’interazione che avrebbe portato alla tutela di interessi imprenditoriali, a protezione mafiosa e al controllo dei settori dello stadio “mediante vere e proprie modalità estorsive”. La giudice di Milano Rossana Mongiardo ha messo nero su bianco le motivazioni che hanno portato lo scorso giugno alle sedici condanne nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva incentrata sulle condotte illecite degli ex leader delle tifoserie di Inter e Milan.

Il Tribunale ha inflitto pene per quasi 90 anni di carcere a carico di sedici imputati nel processo abbreviato scaturito dalle indagini dei pm della Direzione distrettuale antimafia (Dda) Paolo Storari e Sara Ombra. Indagini che avevano portato al maxi blitz del settembre 2024 di polizia di stato e guardia di finanza.

La gup: “Intrinseca carica intimidatrice dei capi ultras”

Le pene più alte per i capi delle due curve di San Siro, l’interista Andrea Beretta, ora collaboratore di giustizia, e il milanista Luca Lucci: 10 anni a testa. La gup ha riconosciuto tutte le imputazioni, da un omicidio recente, quello del 2024 di Antonio Bellocco rampollo dell’omonima cosca, ad un tentato omicidio di sei anni fa, fino alle due associazioni per delinquere tra cui ci sarebbe stato un patto per gli affari tra la curva sud milanista e la nord interista. Quest’ultima pure con l’aggravante mafiosa per rapporti con la ‘ndrangheta

Le conversazioni captate – si legge nelle motivazioni della sentenza – accertano, senza dubbio, l’intrinseca carica intimidatrice dei capi ultras, derivante sia dai precedenti penali e dalla propensione alla violenza, sia dal ruolo apicale nella curva nord, la cui capacità di condizionamento costituisce elemento idoneo a coartare la volontà della vittima, che accettava il versamento quale costo necessario alla prosecuzione dell’attività“.

Tribunale di Milano, inchiesta Doppia Curva
La gup: “Intrinseca carica intimidatrice dei capi ultras” (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

La giudice ha sottolineato anche la volontà di non spartire con nessuno la gestione e gli introiti della curva sud milanista, che ha motivato le azioni di intimidazione e di violenza assicurando guadagni illeciti, come con la rivendita dei biglietti, superiori a 100mila euro all’anno. Dall’altro lato, la curva nord interista era un mero contesto materiale di copertura sempre per i business illegali e con un rapporto di protezione di matrice mafiosa, che aveva l’avallo del clan della ‘ndrangheta dei Bellocco.

Nelle motivazioni anche il “legame” tra Lucci ed il rapper Fedez, che “condividevano un progetto economico” che rientrava in “una strategia vera e propria del gruppo” ultrà, che, oltre ad una “inquietante vocazione all’aggressione“, alle violenze e ai business illeciti, aveva “collegamenti con settori del mondo dello spettacolo”.

Il caso è quello della spedizione punitiva e del pestaggio del 22 aprile 2024 ai danni del personal trainer Cristiano Iovino, a cui “partecipavano” Fedez e Cristian Rosiello, ultrà rossonero “in veste di sua guardia del corpo“. Il rapper, non indagato, ha ottenuto l’archiviazione nel procedimento per rissa. Lucci, interrogato in aula nel processo, ha “riconosciuto di intrattenere affari con Fedez anche in relazione alla discoteca Old Fashion di Milano”.

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