L’ennesimo atto vandalico questa volta ha colpito il presepe di Cogliate allestito dall’Avis. Il fatto denunciato e condannato anche sui social. Si cerca un gruppo di ragazzi
Solo qualche giorno fa i vandali avevano colpito la statua dell’agnellino della Natività a Seveso, ridotta in cocci dopo essere stata scagliata con forza contro un muro. Ora, un altro episodio di vandalismo.
Questa volta ad essere preso di mira è il presepe di Cogliate allestito alla rotonda dall’associazione volontari dell’Avis. Un brutale gesto che pesa ancora di più considerate le festività Natalizie.
L’atto vandalico è accaduto il 23 dicembre e, come riporta MonzaToday, è stato subito denunciato e condannato anche sui social. In molti hanno dimostrato solidarietà ai volontari dell’Avis che avevano allestito il presepe a Cogliate, distrutto da un gruppo di ragazzi al momento non ancora identificati.
Dopo il fatto è intervenuta anche la lista civica Progetto in Comune che, attraverso un comunicato, ha invitato alla riflessione del deplorevole gesto che vada al di là del condannare l’atto di vandalismo dei presunti responsabili, si pensa sia molto presumibilmente un gruppo di ragazzi.
La lista civica, nel comunicato giunto alla redazione di MilanoToday, si domanda: “Perché siamo arrivati a questo? Chi lavora nell’ambito educativo e sociale, sa molto bene come il più delle volte le azioni vandaliche non possano ridursi a una semplice ‘mancanza di educazione’, ma sono spesso sintomi di un disagio sociale a cui gli autori partecipano. E a cui noi, comunità, dovremmo dare una risposta. Accusare le famiglie (non si sa bene quali e perché) di non essere competenti, o definire gli autori ‘imbecilli’ non risolve la situazione”.
Poi il comunicato prosegue: “Questi ragazzi (chiunque essi siano) potrebbero essere i figli di ognuno di noi. Possono essere i nostri nipoti, o gli amici degli stessi. Che cosa passa nella mente di un ragazzo o di una ragazza che, per sentirsi partecipe della propria realtà sociale, sente il bisogno di vandalizzare e distruggere? È a quel disagio, a quelle motivazioni profonde, che dovremmo guardare per comprendere una cosa importantissima: se nessuno di noi può sentirsi responsabile di quanto è accaduto, possiamo però tutti sentirci protagonisti del tipo di comunità che vogliamo costruire insieme”.
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Nella lettera inviata in redazione, lista civica si domanda ancora quali siano gli strumenti giusti da mettere in campo a Cogliate per prevenire il disagio sociale, sopratutto tra giovani. E ancora: “Quali spazi di aggregazione sono pensati per dare una risposta efficace ai ragazzi a rischio di devianza?
Che opportunità ha un adolescente a Cogliate per sentirsi ascoltato e visto nei suoi bisogni? Che tipo di risposta vogliamo dare a questo fatto, oltre alla condanna e alle legittime sanzioni? E una volta identificati i colpevoli e le rispettive responsabilità, che cosa possiamo fare come Comunità per dare una risposta a tutto questo?
Poi la missiva si conclude: “Condanniamo il fatto, nella viva speranza ci possa insegnare qualcosa di nuovo: a pensarsi come comunità in grado di affrontare le sfide del sociale e investire nell’educazione e nella prevenzione. Una visione di società che qui manca da molto tempo”.