Gli hanno tolto la vita il 24 dicembre scorso e oggi sono tutti indagati. Sei fermati per l’accoltellamento, altri sei per favoreggiamento
Si chiamava Rankit Singh, aveva 51 anni ed ora di origini indiane l’uomo ucciso il 24 dicembre scorso. Per il suo omicidio sono finiti sotto la lente dei Carabinieri sei cittadini di nazionalità indiana, tutti residenti in provincia di Brescia e regolari sul territorio nazionale. L’accusa è quella di concorso in omicidio aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione. Altri sei soggetti, poi, sono indagati per favoreggiamento: il fermo è arrivato dopo tre mesi di indagini fitte, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Carlotta Bernardini.
Rajit Singh è stato ucciso il 24 dicembre in un parcheggio pubblico di Brescia. Il suo corpo è stato trovato intorno alle 21 e ha fin da subito attirato l’interesse delle autorità, anche e soprattutto per la presenza di diverse ferite da arma da taglio.
Secondo la prima ricostruzione, l’uomo si trovava in un parcheggio tra via Manara e via Milano quando, a un certo punto, è stato avvicinato da due uomini in auto ed è stato aggredito: i responsabili sarebbero quindi fuggiti a bordo di un’auto scura, in direzione della tangenziale. A distanza di quasi tre mesi da quell’uccisione, però, finalmente ci sono dei nomi.
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I sei soggetti indagati
Secondo le indagini dei Carabinieri, il mandante sarebbe un imprenditore edile della bassa bresciana del 1976. Con lui sono indagati anche cinque esecutori materiali che, a quanto emerge al momento, sembra che abbiano tutti tra i 20 e i 30 anni. Altri sei soggetti sono poi indagati per favoreggiamento: si tratta di cittadini di nazionalità indiana, ritenuti responsabili di aver favorito i responsabili dell’uccisione fornendo loro un appoggio in attesa del trasferimento all’estero dopo l’omicidio.
Le indagini, avviate subito dopo il ritrovamento del corpo della vittima, hanno consentito alle autorità di ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione, quindi anche di stabilire i tempi e i modi dell’agguato, nonché le armi che sono state usate per togliere la vita a Ranjit Singh.
Il movente
Secondo le indagini, il movente di questa uccisione così crudele e dettagliatamente organizzata sarebbe da ricercare in una vendetta ordita dal mandante nei confronti di Singh, ritenuto il responsabile di alcuni incendi dolosi di tre automezzi di proprietà dell’imprenditore oggi accusato di essere l’organizzatore della spedizione punitiva. Questi mezzi avrebbero preso fuoco il 17 dicembre 2023 e sarebbero stati causati, a loro volta, da alcuni dissidi economici tra l’imprenditore bresciano 48enne e il 51enne indiano.