L’avvicinamento alla figlia, la paura e l’aggressione al cane, che ha perso la vita. Ecco cosa rischia oggi l’uomo
Quando viene messa in pericolo la salute o la vita dei figli, i genitori sono disposti a tutto per difenderli e tutelarli da qualsiasi rischio. È questo quello che ha fatto questo papà di Soresina, comune in provincia di Cremona. La sua azione difensiva, però, ha causato la morte del pastore tedesco di nome Jack: ecco cosa rischia oggi l’uomo.
Secondo le dichiarazioni delle persone coinvolte nella vicenda, qualche giorno fa questo pastore tedesco di proprietà di un compaesano dell’uomo che poi l’ha ucciso è scappato di casa ed ha raggiunto il quartiere residenziale di via D’Annunzio, dove vive la famiglia della bambina. A un certo punto, si è avvicinato in modo pericoloso ai due genitori e, secondo le dichiarazioni dei diretti interessati, il padre avrebbe avvertito un pericolo per la figlia e avrebbe quindi reagito colpendo il cane con un badile, per tenerlo lontano. La botta alla testa, però, avrebbe fatto cadere al suolo l’animale che, soccorso dai veterinari, ha perso la vita poco dopo.
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Pare che Jack, il pastore tedesco in questione, fosse ben conosciuto nel quartiere in cui viveva. Nessun merito, però: il cane era infatti avvertito da tutti come pericoloso e, solo a novembre, aveva sbranato un cucciolo di maltese e aggredito i proprietari di quest’ultimo, ferendoli.
L’animale, quindi, era stato consegnato ai veterinari, i quali l’avevano poi riportato a casa sua, dove avevano parlato con i proprietari dandogli precise indicazioni. Nonostante questo primo episodio, però, Jack è riuscito di nuovo a fuggire da casa sua e si è diretto verso questa famiglia: sebbene la dinamica sia ancora da ricostruire e quindi sia da capire quanto abbia minacciato la bambina o meno, di fatto lì ha trovato la morte.
Per l’uomo che ha ucciso Jack oggi si apre la possibilità di ricevere una denuncia da parte dei padroni dell’animale. L’articolo 544 bis del codice penale, infatti, determina che chiunque uccida un cane per crudeltà o senza necessità sia punito con la reclusione da 4 mesi a 4 anni. In questo caso, però, secondo le testimonianze l’uomo avrebbe agito in difesa della figlia, evidentemente minacciata dal cane: starà quindi al giudice e agli avvocati comprendere fino in fondo la questione.