Sgominata una banda dall’organizzazione molto precisa ed articolata. In manette 14 persone: a Milano due zone di spaccio
Sono 14 le persone che sono finite in manette in queste ultime ore: di loro, 12 sono detenute in carcere, una agli arresti domiciliari e una all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il Reparto anticrimine dei carabinieri ha proceduto con accuse di vario titolo, dal traffico e cessione di stupefacenti fino alla detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, passando per l’associazione a delinquere: ecco come e dove agivano.
Il Ros di Milano è dal 2021 che indaga su questa banda e gli arresti di questi giorni seguono i procedimenti restrittivi già applicati nell’aprile del 2023 quando, in collaborazione con la Polizia Penitenziaria del carcere di Opera, il Reparto Anticrimine di Milano e i Carabinieri della Compagnia di Corsico, a otto persone era stato consegnato un fermo di indiziato di delitto. Le indagini successive hanno quindi scoperto che lo spaccio si concentrava nel quartiere milanese della “Barona” e, da qui, si concentrava soprattutto in due zone di spaccio: ecco però tutta la catena di rifornimento.
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Un’organizzazione articolata
All’interno al gruppo di quattordici persone si distinguevano due moduli organizzativi. Obiettivo di questa struttura fissa era quello di minimizzare i danni relativi ad eventuali interventi della magistratura o delle forze dell’ordine. Evidenti, quindi, sottostrutture i cui membri comunicavano tra di loro in un modo del tutto impercettibile, grazie al passaparola e alle tecnologie di comunicazione criptata.
Oltre allo spaccio nel quartiere della Barona, la banda lavorava anche a un canale di smercio della droga in Sardegna e, nello specifico, a Olbia. Qui la sostanza stupefacente arrivava a bordo di alcuni tir e le autorità ad oggi son riuscite a ricostruire sei cessioni, ognuna da cinque chili di cocaina, per un valore totale di un milione di euro.
I nascondigli di armi
Oltre alla forte struttura interna, la banda possedeva anche delle armi da fuoco. Queste erano custodite da persone compiacenti che, in nascondigli posti anche all’interno di locali pubblici, le tenevano fino al momento in cui sarebbero servite. Finiti in manette, quindi, anche due altri individui, ai quali le autorità hanno contestato la messa a disposizione dell’associazione una pistola usata dai membri del gruppo per regolare una controversia con degli albanesi, all’interno di una discoteca.
