Si è tolto la vita nel carcere di Pavia Jordan Jeffrey Baby. Il trapper 26enne di Bernareggio stava scontando la sua pena detentiva per rapina aggravata. La rabbia di Paolo Piffer per la tragica morte del giovane: “Ennesimo fallimento dello Stato”
All’anagrafe Jordan Tinti ma era conosciuto come Jeffrey Baby, il 26enne trapper di Bernareggio (Monza-Brianza) si è suicidato nel carcere di Pavia. La sua morte ha scosso l’opinione pubblica nazionale portando Paolo Piffer, educatore nella casa circondariale di Monza, dove il giovane era stato detenuto per qualche tempo prima di essere trasferito a Pavia, ha pubblicare un post sui social di rabbia e delusione per la notizia appresa.
Piffer, anche capogruppo di Civicamente in consiglio comunale, punta il dito sul sistema detentivo italiano che da anni denuncia come un fallimento. Il 26enne trapper, prima dell’insano gesto, aveva già provato a togliersi la vita per ben due volte: una prima volta a gennaio e una seconda volta a febbraio del 2023 quando ancora era detenuto presso il carcere monzese.
Il 26enne Jordan Jeffrey Baby stava scontando nel carcere di Pavia una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione per rapina aggravata dall’odio razziale. Il suo arresto risale all’agosto del 2022 quando il trapper è stato fermato insieme a Traffik, un altro trapper, con l’accusa di aver rapinato un operaio 42enne nigeriano nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Carnate.
Ma prima del suo arresto, a Napoli nel 2019, il 26enne era salito su un’auto dei carabinieri e aveva iniziato a saltare, mentre un amico lo filmava con il cellulare. E sempre in quell’anno Jeffrey Baby aveva insultato sui social l’inviato del programma tv di canale 5 Striscia La Notizia, Vittorio Brumotti, dopo averlo incontrato casualmente dal vivo alla stazione di Monza, durante un servizio televisivo sullo spaccio di droga in città.
Solo tre mesi fa il trapper era stato portato in una comunità in provincia di Pavia dopo avere ottenuto l’affidamento terapeutico. Ma poi il Tribunale di sorveglianza aveva sospeso la misura optando il ritorno in carcere del giovane. In cella, Jeffrey Baby aveva tentato di suicidarsi a gennaio e a febbraio dello scorso anno confidando al suo avvocato di aver ricevuto minacce e abusi. In precedenza, il detenuto era stato trasferito dalla casa circondariale di Monza al penitenziario di Pavia a seguito di diverse minacce ricevute da altri detenuti. L’hanno trovato con una corda al collo privo di vita nella sua cella. L’avvocato del trapper ha già richiesto l’autopsia.
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Paolo Piffer, consigliere comunale ed educatore nella casa circondariale di Monza, conosceva Jeffrey Baby. La notizia del suo suicidio in cella nel carcere di Pavia ha portato il consigliere comunale a dire la sua scrivendo un post di denuncia verso il sistema carcerario italiano e, raggiunto dai microfoni di MonzaToday, Piffer ha dichiarato: “Era un ragazzo sensibile e confuso, molto diverso da come appariva”.
“Quando un ragazzo si suicida in carcere (se è stato davvero un suicidio) è sempre una sconfitta dello Stato. Ci sono luoghi dove la fragilità non riesce ad essere accolta e a convivere con la sofferenza. Con Jordan ormai abbiamo fallito, cerchiamo di non fallire anche con i tanti altri ragazzi come lui”.
Sul profilo Facebook, Paolo Piffer conclude il suo post scrivendo: “Jordan è stato trovato morto in cella con una corda al collo. Dopo avergli sospeso la misura di affidamento in comunità, era stato trasferito nello stesso carcere in cui aveva denunciato di aver subito maltrattamenti. Pessima idea. L’ennesimo suicidio in carcere (o così sembra). L’ennesimo fallimento dello Stato. L’ennesimo tentativo di rieducazione fallito”.