Shein, sostanze tossiche sui vestiti: colosso cinese nel caos, come cambia la moda a Milano

Shein, il colosso cinese finisce sotto inchiesta a causa di rilevamenti che confermerebbero sostanze tossiche sui vestiti. Caos a Milano.

Shein finisce sotto inchiesta. Le analisi di mercato non perdonano il colosso di abbigliamento. Il noto brand, sulla cresta dell’onda dal 2008 per modalità di vendita e offerta differenziata basata su efficienza, qualità e velocità, è finito nel mirino della critica con conseguenze apparentemente irreparabili.

Shein Milano
Shein cambia il fast fashion a Milano (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Il motivo è nella produzione: le analisi e i rilevamenti degli esperti hanno appurato che, nella merce dell’azienda, ovvero vestiti di vario genere, ci sono sostanze tossiche che superano i livelli di guardia. La manifattura, dunque, è compromessa. Chi li indossa potrebbe avere problemi di fertilità e non solo perchè queste sostanze nocive agirebbero come un ormone che va a infiltrarsi sotto pelle e compromette alcune funzioni dell’organismo come quella riproduttiva.

Shein, sostanze tossiche sui prodotti

Il campanello dall’allarme venne lanciato da Greenpeace anni fa, quando ancora all’impatto produttivo sull’inquinamento e la tossicità dei tessuti non ci si pensava. Oggi che la politica green non è più un’opinione, ma una certezza con cui confrontarsi, tornano i fantasmi e i tarli del passato.

Milano Shein
Shein sotto accusa per la manifattura dei capi (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Sul piano delle vendite, la società ha avuto un tracollo non indifferente nei 150 Paesi dove opera. In Italia la caduta libera di Shein non è da meno: Milano lancia l’allerta. Il fast fashion al Duomo è ormai una certezza. Molti comprano al ribasso e prediligono l’efficienza negli ordini. Rapidità, convenienza e stile.

La rivoluzione parte da Milano

Affrettare i tempi del processo di lavoro, tuttavia, non sempre è un bene perchè a risentirne sono i costi. Meno tempo, meno risorse, più richiesta. Questo taglio perenne per cercare di battere la concorrenza, anche nella moda diventata sempre più istantanea, ha creato un divario non indifferente tra lusso ed esigenza.

I vestiti servono a tutti, così come l’eleganza deve rimanere uno status quo, ma gli interrogativi sulla qualità non possono passare in secondo piano. Quindi al Duomo Shein resta in ribasso, ma gli stilisti non ci stanno: le grandi firme si scagliano contro queste aziende che scalano il mercato in tempo record vendendo prodotti al di sotto degli standard consentiti.

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Un discorso analogo venne fatto, tra gli altri, anche da Giorgio Armani. Icona della moda milanese e riferimento internazionale per stile e originalità. “La moda con la velocità non ha nulla a che vedere: l’eleganza non è mostrare, ma farsi ricordare”. Nessun riferimento diretto a Shein, ma è chiaro che secondo il “Re” e non solo il settore del fashion va completamente rivoluzionato. I passi di questo “rinascimento” sono già cominciati.

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