Bandiere e saluti romani durante le esequie di Davide Cattaneo, ex esponente di Avanguardia Nazionale. L’Anpi: “Inaccettabile glorificazione del fascismo”.
Monza al centro di vibranti polemiche dopo i funerali di Davide Cattaneo, 67 anni, che si sono svolti ieri nell’austera cornice del Duomo.
Cattaneo, figura storica dell’estrema destra locale e fondatore della sezione monzese di Avanguardia Nazionale, organizzazione poi sciolta nel 1976 per apologia del fascismo, era una persona molto conosciuta non solo in città ma in tutta Italia per il suo impegno politico.
Durante la cerimonia, diversi partecipanti hanno compiuto il saluto romano e sventolato bandiere con la runa di Odal, simbolo della formazione neofascista, appoggiate sulla facciata della cattedrale e poste anche sotto la bara all’interno della chiesa.
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Oltre un centinaio i presenti alle esequie, molti dei quali appartenenti a gruppi dell’ultradestra, in prevalenza uomini. Le immagini circolate sui social mostrano una coreografia inequivocabile: bandiere a due aste simili a quelle utilizzate dalle SS, striscioni commemorativi, oltre al gesto del braccio teso al grido “presente”. Una rappresentazione che ha scatenato immediate reazioni politiche e istituzionali.
Cattaneo, deceduto in Scozia dove viveva da tempo, è stato un esponente di spicco della destra radicale lombarda. Aveva partecipato a diverse missioni all’estero, anche a fianco di gruppi ribelli come quelli dei Karen in Birmania dove partecipò attivamente a diversi scontri. In Birmania perse la sua fidanzata, uccisa da un bombardamento, e rimase gravemente ferito da una scheggia alla gola. Tornò in Italia, ma restò poco spostandosi prima in Africa e poi al Nord.
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Figura controversa, è sempre rimasto legato agli ambienti neofascisti, mantenendo contatti con diversi movimenti ancora attivi in Italia e all’estero.
La sua morte ha dato il via a un funerale che, nelle intenzioni dei promotori, voleva essere un omaggio politico oltre che personale.
Secondo quanto emerso, la Questura di Monza ha avviato accertamenti tramite la Digos, che ha acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella piazza antistante il Duomo. Le riprese potrebbero confermare la presenza di comportamenti e simboli vietati dalla legge Mancino e dalla legge Scelba, che regolano i reati di apologia del fascismo e di propaganda razzista o xenofoba.
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Tuttavia Danilo Fadini, esponente dell’area neofascista bresciana, ha dichiarato sui social di aver avvertito il sacerdote della connotazione politica della cerimonia e della volontà del gruppo cui Cattaneo apparteneva di compiere un saluto simbolico di carattere più personale e politico al termine del rito religioso. Un’ammissione che, se confermata, potrebbe sollevare ulteriori interrogativi sul ruolo della parrocchia nell’episodio.
Tra i primi a denunciare quanto accaduto, l’Anpi di Monza: “Quello che si è svolto davanti al Duomo è stato uno spettacolo indegno, una chiara esaltazione del regime fascista in spregio alla Costituzione e alla memoria democratica del Paese”. A fare eco alle proteste dell’Associazione Nazionale Partigiani, anche esponenti di Sinistra Italiana e altre realtà antifasciste locali, che hanno chiesto un intervento formale delle autorità competenti.
Le polemiche si sono concentrate soprattutto sull’assenza di una reazione immediata da parte delle istituzioni ecclesiastiche e civili, nonostante la visibilità dei simboli esposti e la natura pubblica del luogo.