La Lombardia sta progettando una nuova tessera sanitaria: a punti. Le modalità di rilascio sono ancora al vaglio, ma l’iniziativa divide.
Il Forum Sanità, organizzato da Forza Italia a Milano, ha fatto emergere molteplici aspetti riguardanti le prospettive di un settore altalenante. Soprattutto in Lombardia. La Regione deve lavorare e garantire i servizi presenti sul territorio. In maniera alacre e puntuale senza fare distinzioni.
Questo sulla carta, perchè nella realtà le cose potrebbero cambiare nettamente. La mozione della discordia riguarderebbe la tessera sanitaria a punti: un’idea dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso per liberare i Pronti Soccorsi e snellire le liste d’attesa. Una decisione che potrebbe impiegare i prossimi anni. L’idea c’è, manca ancora lo sviluppo ma il progetto sembra essere solido. Affatto condiviso.
La “guerra” con le opposizioni è capillare, ma come funzionerebbe la tessera sanitaria a punti? Una sorta di Codice Fiscale che invita ad avere uno stile di vita corretto. In cambio ci sono punti che si accumuleranno e chi vorrà potrà ricevere degli incentivi per controlli, analisi e collegamenti. Una specie di premio collettivo che fa rizzare i capelli alle opposizioni. Majorino del PD si dice esterrefatto da una proposta simile: “Bisogna pensare a curare tutti – sottolinea la quota Dem – non deve diventare un gioco a premi”.
La salute va incentivata, ma attraverso vie meno controverse. Majorino non ha finito le sue rimostranze e afferma: “Questa è la prova che a Milano, sulla Sanità, regna l’anarchia”. Non è solo una questione di appartenenza, ma secondo i Dem così si perde il diritto alla cura in quanto tale.
Se bisogna prevenire a prescindere, perchè ricorrere a un premio di condotta? Cala il gelo attorno al Governo e alle decisioni di Bertolaso. È vero che ci vogliono ancora anni, il prototipo è in fase di studio. Il ricatto implicito sulla condotta: “Se ti comporti bene, un controllo in omaggio”, tuttavia, non sembra essere un punto di partenza condiviso.
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Prevenire non è una gara, ciascuno deve poter “correre” a modo proprio. Senza ostacoli e giudizi nè preferenze di sorta. La Sanità pubblica è di tutti, o almeno dovrebbero esserlo. I punti, per il momento, servono solo a curare. Non a dividere. Se la proposta passa, poi faranno sapere cosa è possibile fare senza liste d’attesa: la risposta degli utenti, per il momento, è unanime. Quasi niente.