Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana, riceve una proposta di matrimonio in carcere e la accetta, un caso che solleva nuovi interrogativi sulla sua condizione psicologica
Alessia Pifferi, la donna condannata in primo grado all’ergastolo per la tragica morte della figlia Diana, torna al centro dell’attenzione mediatica per un episodio che ha suscitato grande clamore.
Dal carcere di Vigevano, dove è detenuta, la Pifferi ha ricevuto una lettera contenente una proposta di matrimonio da uno sconosciuto. La sua risposta, un entusiastico “Sì”, ha sollevato interrogativi non solo sull’aspetto umano della vicenda, ma anche sulla condizione psicologica della donna, tema che sarà al centro del prossimo processo d’appello.
La vicenda è stata raccontata da un ampio reportage televisivo. Tutto documentato dettagliatamente. Il 24 agosto 2024, giorno del suo compleanno, Alessia Pifferi riceve una lettera inaspettata. Il mittente, un uomo sconosciuto, dichiara di essersi innamorato di lei dopo aver appreso la sua storia dai media. Nella lettera, l’uomo giustifica la sua attrazione citando i fatti che hanno portato alla condanna della Pifferi, affermando di provare ammirazione per le sue azioni.
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Alessia risponde lo stesso giorno, definendo la proposta “un regalo” per il suo compleanno e accettando di sposarlo. Nella sua lettera, oltre a confermare il suo desiderio di convolare a nozze, si descrive come una persona dolce, affettuosa e premurosa. La risposta include anche appelli espliciti a essere liberata dal carcere per iniziare una nuova vita con il suo “grande amore”.
Le implicazioni legali della vicenda sulla proposta di matrimonio e la risposta di Alessia Pifferi sono state immediatamente depositate agli atti dall’avvocatessa della donna, Alessia Pontenani. La legale punta a dimostrare come questi episodi evidenzino un deterioramento delle capacità cognitive della sua assistita.
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Secondo Pontenani, il contenuto della corrispondenza è una prova della fragilità psicologica della Pifferi, che la renderebbe facilmente manipolabile da chiunque le offra affetto.
Questo materiale potrebbe avere un ruolo centrale nel processo d’appello, che inizierà il 29 gennaio 2025 presso la Corte d’Assise d’Appello di Milano. La difesa mira a richiedere una nuova perizia psichiatrica per rivalutare la capacità di intendere e di volere dell’imputata.
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Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Pontenani, Alessia Pifferi è una persona estremamente fragile, bisognosa di affetto e attenzioni. Questo bisogno, unito a una condizione psicologica instabile, la renderebbe vulnerabile alle influenze esterne. La legale ha sottolineato come la decisione di accettare una proposta di matrimonio da uno sconosciuto sia un ulteriore segnale di questa fragilità.
La Pifferi, oggi vicina ai 40 anni (ad agosto ne ha compiuti 39), si è descritta nella lettera come “solare e premurosa”, ma il suo comportamento e le circostanze della vicenda alimentano il dibattito sulla sua capacità di prendere decisioni razionali.
Il caso di Alessia Pifferi riporta ovviamente alla memoria mediatica e del pubblico il pietoso caso della piccola Diana, la figlia di 18 mesi lasciata sola per sei giorni nel luglio 2022 mentre la madre era via con il suo amante.
La donna è stata condannata all’ergastolo nel maggio scorso. Ma il processo d’appello potrebbe rivedere alcuni aspetti della sentenza, tra cui il dolo eventuale.
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La difesa spera che una nuova perizia psichiatrica possa incidere sull’esito del procedimento, mentre l’accusa sottolinea la gravità dei fatti che hanno portato alla morte della piccola Diana.
La notizia della proposta di matrimonio ha scatenato reazioni contrastanti. Molti si sono chiesti come sia possibile che episodi di questo tipo accadano e quale sia il ruolo delle istituzioni nel monitorare la corrispondenza dei detenuti. Inoltre, le dichiarazioni contenute nella lettera dello sconosciuto hanno suscitato sgomento, sia per il contenuto delirante che per l’assenza di empatia nei confronti della piccola vittima.