Sono finiti in manette quattro uomini, per l’omicidio di Enore Saccò. Svolta anche sulle loro intenzioni: la fidanzata di uno sapeva tutto
Ritrovato carbonizzato nella sua villetta di via Gramsci a Bressana Bottarone il 12 febbraio, Enore Saccò era un uomo con problemi di salute, vedovo da diversi anni e con due figlie che vivevano ormai lontane. Sebbene all’inizio si pensasse che si fosse allontanato volontariamente da casa sua, le successive indagini hanno rivelato che era proprio suo il corpo ricoperto da porcellane ritrovato nel garage dell’abitazione: a distanza di un mese dalla macabra scoperta, l’incredibile svolta nelle indagini di queste ultime ore.
Al momento del ritrovamento del corpo, prima ancora che le analisi confermassero che si trattava proprio di quello di Enore, gli elementi a disposizione degli inquirenti erano davvero pochi. A destare il sospetto che fosse successo qualcosa una delle due figlie che, chiamando ripetutamente il padre e non ricevendo risposta, ha deciso di presentare denuncia presso i Carabinieri. Da quel momento scattano le indagini: ecco la ricostruzione, dai primi rilievi fino alla svolta di oggi.
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Subito dopo la denuncia sporta dalla figlia di Enore, i Carabinieri si mettono sulle sue tracce e individuano il suo furgone a 1 km di distanza dalla casa, in un’area che non frequentava mai: sul mezzo, inoltre, vengono rinvenute tracce di sangue. Per quanto riguarda l’abitazione, invece, gli agenti la trovano completamente in fiamme e, dopo che i vigili del fuoco riescono a domarle, entrando per metterla in sicurezza rinvengono quel corpo, completamente carbonizzato.
A distanza di più di un mese da queste prime indagini, oggi c’è una svolta nel caso dell’uomo trovato morto carbonizzato a casa sua. I Carabinieri del nucleo investigativo di Pavia e della Compagnia di Stradella hanno infatti eseguito quattro fermi: si tratta di quattro uomini di 26, 30, 35 e 40 anni, le cui conversazioni intercettate hanno portato i Carabinieri a pensare che la fidanzata di una di loro fosse al corrente dell’accaduto e che, per questo motivo, i quattro volessero ucciderla.
Il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare in una discussione causata da motivi economici. A chiarirlo il comunicato stampa della Procura: “Nella serata del 12 febbraio si sarebbero presentati a casa del Saccò per chiarire alcune divergenze di natura economica. Nel corso della discussione sarebbe stato commesso il grave fatto omicidiario“. Successivamente, i quattro sembra che abbiano tentato di caricare il corpo dell’uomo sul furgone per sbarazzarsene ma, nel farlo, pare che abbiano provocato l’incendio della villa con ancora all’interno la vittima, ormai senza vita.