E’ iniziato il processo per la morte dell’ex capo ultrà interista e alla sbarra ci sono Ferdico e Simoncini che hanno fatto un’offerta
Il caso dell’ultrà ucciso nel 2022 Vittorio Boiocchi ha avuto il suo epilogo nella giornata odierna. È cominciato il processo per l’omicidio dell’ex storico capo ultrà interista che venne ammazzato il 29 ottobre del 2022 sotto la sua casa a Milano.

Fu un vero agguato che per i giudici e gli inquirenti venne eseguito “con modalità mafiose” e vennero arrestati gli ex leader della Curva Nord Andrea Beretta e Marco Ferdico con il padre Gianfranco, e i killer Daniel D’Alessandro e Pietro Andrea Simoncini.
Nel processo, poco prima che si iniziasse il dibattimenti, i Ferdico e Simoncini, attraverso il loro avvocato Mirko Perlino, hanno offerto alla moglie e alle tre figlie di Vittorio Boiocchi un risarcimento di 150 mila euro, ma i familiari della vittima, che erano tutti presenti in aula, hanno fatto ampiamente capire insieme al loro avvocato Marco Ventura che la cifra non era congrua.
In aula anche Beretta già condannato. E Ferdico
Il processo è cominciato e secondo la ricostruzione dei magistrati, i Ferdico hanno procurato “le basi logistiche, i mezzi di trasporto”, tra cui un furgone per caricare lo scooter “fino al luogo del delitto”, “cellulari criptati” e l’arma. Sempre secondo la Procura milanese Ferrario si sarebbe anche intestato il motorino, sul quale nel gennaio del 2023 fu fatta “una falsa denuncia di furto”.
Beretta, che ha iniziato a collaborare con la giustizia avrebbe già spiegato le varie dinamiche che si sarebbero accavallate e che sarebbero accadute prima e dopo l’omicidio. Per quel che riguarda Ferdico, che al contrario di Beretta, non è un collaboratore di giustizia, ha riferito durante gli interrogatori la sua versione dei fatti, confessando a sua volta il suo ruolo nel delitto e cercando di parlare anche di altre situazioni e di altri reati che avrebbe fatto con D’Alessandro come una rapina a mano armata.

Per l’omicidio aggravato i cinque a processo rischiano condanne all’ergastolo, ma con confessioni e collaborazioni potrebbero puntare ad ottenere attenuanti. Beretta, per “l’organizzazione e l’esecuzione”, avrebbe dato 50mila euro a Nepi, il quale li avrebbe “consegnati” a Marco Ferdico, che li avrebbe “divisi” con gli altri. I Ferdico, padre e figlio, sarebbero stati gli “organizzatori”.




