La magistratura di Monza ha aperto una indagine sull’incidente che ieri pomeriggio ha ucciso un operaio di 22 anni, la drammatica statistica delle morti sul lavoro
Aveva 22 anni, era un ragazzo egiziano regolarmente residente in Italia lavorava da poche settimane ed era uno dei tantissimi operai chiamati a sostituire i dipendenti a tempo indeterminato che ad agosto vanno in ferie.
Per il resto la tragedia di Monza diventa l’ennesimo dato che aggiorna una statistica drammatica quella delle morti sul lavoro.
Monza e Brescia, due morti sul lavoro
I dati ufficializzati nel corso dei primi cinque mesi dell’anno sono drammatici. In Italia si parla di oltre 250mila incidenti sul lavoro, 369 le vittime… due al giorno. E i numeri ancora ufficiosi del periodo estivo purtroppo non sembrano essere meno urgenti.
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L’ultima vittima è a Monza, a poche ore di distanza dall’annuncio di un’altra morte bianca, quella di Paolo Gatta, l’operaio di Gardone Val Trompia precipitato dal soppalco dove stava lavorando per alcune manutenzioni all’interno di una fabbrica chiusa per le ferie estive. L’incidente era avvenuto il 12 agosto. Dopo un grave trauma cranico e numerose altre ferite ed essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico alla testa, Gatta non ce l’ha fatta ed è morto ieri dopo dieci giorni senza riprendere conoscenza. Aveva due figli.
Morti sul lavoro, chi era l’operaio di Monza
Il tragico incidente che ha spezzato la vita di un giovane operaio di 22 anni presso l’azienda Corioni di Monza ha scosso profondamente la comunità brianzola che già ad aprile aveva pianto un’altra vittima, un operaio di 43 anni padre di quattro figli, anche lui di origine egiziana, colpito alla testa dal gancio di una gru che si era staccata.
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Il giovane deceduto alla Corioni era assunto con un contratto di somministrazione, un lavoro a tempo determinato tramite un’agenzia di lavoro interinale. Era di origine egiziano. Ma il contratto era regolare così come la sua presenza sul territorio nazionale. Restano invece da chiarire le cause dell’incidente.
La dinamica dell’incidente di Monza
L’incidente si è verificato nel capannone di compostaggio della Corioni di Monza, azienda che si occupa di smaltimento dei rifiuti per tutta l’area del capoluogo brianzolo. Secondo le testimonianze di alcuni colleghi, molti dei quali sotto shock, il giovane sarebbe rimasto incastrato in un nastro trasportatore per la compattazione dei rifiuti, un macchinario che trascina grandi volumi di materiale inerte verso il compattatore. In quel momento erano in programma alcuni lavori di pulizia della macchina.
Quattro vittime dall’inizio dell’anno
Se i dati a livello nazionale decretano una emergenza quelli di Monza sono purtroppo in linea. Dall’inizio dell’anno le vittime sono state ben quattro, un numero che eguaglia già quello registrato per tutto il 2023. Una frequenza e una gravità di fatti e conseguenze che mettono in luce la persistente vulnerabilità dei lavoratori, spesso esposti a rischi elevati senza adeguate misure di sicurezza. Ed è proprio su questo che i sindacati ieri hanno chiesto di porre l’accento… anno
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In attesa che l’inchiesta faccia il suo corso il sindacato Flai Cgil di Monza e Brianza ha espresso forte preoccupazione, evidenziando come, durante i mesi estivi, molte aziende assumano lavoratori temporanei per coprire i posti lasciati vuoti da chi va in ferie. Spesso si tratta di lavoratori estremamente giovani, molti dei quali alla loro prima esperienza, a volte in cantiere senza un’adeguata formazione.
Dopo l’incidente
Dopo quanto è accaduto il lavoro alla Corioni è rimasto sospeso. Subito dopo i soccorsi, che purtroppo hanno potuto solo prendere atto della tragica morte del 22enne, i lavoratori si sono trattenuti fuori dal capannone mettendosi a disposizione delle forze dell’ordine che hanno stilato il verbale.
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Si tratta del primo atto ufficiale di una inchiesta aperta dalla procura di Monza diretta da Claudio Gittardi e affidata al PM in turno, Carlo Cinque che ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane e il sequestro del macchinario all’interno del capannone.
L’indagine
L’indagine dovrà fare luce sulle modalità dell’incidente. Se si sia trattato di una imprudenza ma soprattutto se tutti i dispositivi per la sicurezza in un’area così pericolosa e atipica siano stati rispettati fino in fondo. Tutti i dipendenti presenti sono stati ascoltati immediatamente e resteranno a disposizione per ulteriori testimonianze, il lavoro degli specialisti della scientifica è proseguito per diverse ore fino a sera inoltrata.