Dopo lo sgomento per la morte di Giulia Cecchettin, 105esima vittima di femminicidio in Italia da inizio anno ad oggi, la commozione della gente è riversata nelle candele depositate in piazza Duomo a Milano
La tragica scoperta del ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin, uccisa con 20 coltellate inferte dall’ex fidanzato Filippo Turetta, è avvenuta poco prima di mezzogiorno dello scorso 18 novembre a una settimana dalla scomparsa dei giovani 22enni. La notizia del ritrovamento di Giulia ha lasciato tutta l’Italia sgomenta. Con la 22enne, originaria di Vigonovo, le vittime di femminicidio salgono a 105.
Per ricordare la studentessa, molte le manifestazioni tenutesi in diverse piazze d’Italia. Tra queste anche quella di piazza Duomo a Milano dove, ieri sera, alcune centinaia di persone si sono radunate con una candela in mano, in memoria di Giulia Cecchettin e tutte le vittime di violenza di genere. La manifestazione è stata lanciata da No Justice No Peace. Ma non solo, a dire Stop alla barbarie degli assassini di donne anche la Filarmonica della Scala di Milano.
Candele in memoria di Giulia Cecchettin: commozione a piazza Duomo
Si sono riuniti in un tacito silenzio oltre cento persone, tutte con una candela in mano. La manifestazione in ricordo della 22enne studentessa di Vigonovo, morta ammazzata con una ventina di coltellate inferte tra il collo e il viso dall’ex fidanzato e compagno di corso all’università di Padova, Filippo Turetta, è stata voluta dall’associazione “No Justice No Peace” a Milano per le povere vittime di femminicidio.
I partecipanti alla commemorazione si sono disposti in piazza Duomo in cerchio, con le candele in mano. Moltissima la commozione per una giovane donna che aveva ancora tutta la vita davanti e che ora, per mano di un vile assassino, non potrà più avere un futuro. L’Italia è esasperata, indignata, dalle continue notizie di cronaca che hanno al centro sempre donne, uccise barbaramente da uomini senza pudore.
A farsi sentire, ieri sera, è anche la Scala di Milano che si è mobilitata per Giulia Cecchettin e per tutte le 105 donne vittime di femminicidio nel 2023. Così la Filarmonica della Scala ha deciso di dedicare la prova aperta di ieri sera, domenica 19 novembre, e il concerto di questa sera, lunedì 20 novembre, diretto da Vasily Petrenko. Ieri, prima dell’inizio dell’esecuzione il responsabile della comunicazione Marco Ferullo, come riporta anche la Repubblica, ha preso il microfono per spiegare la decisione. Centocinque donne uccise “come i membri di questa orchestra che sono qui in piedi stasera e che in un silenzio assordante potrebbe essere scomparsa totalmente nell’indifferenza”.
“Tutta l’orchestra Filarmonica ha deciso di dedicare la prova aperta di questa sera e il concerto di domani sera a Giulia Cecchettin e a tutte le donne che quest’anno sono state vittime dei loro compagni, di uomini violenti perché si possa non dimenticare ogni volta. Non dover aspettare il successivo perché diventi notizia per tutti ma soprattutto perché ognuno di noi faccia la propria parte, ognuno di noi si accorga di chi ha vicino e si ricordi che in un gesto, in una parola, in qualunque azione umana, soprattutto verso le donne c’è bisogno di una sola cosa: rispetto e amore. Buona prova e buon concerto”.
Ministro Nordio: “Occorre informare ed educare i giovani”
Intorno alle 19:00 di ieri sera anche nella piazzetta Bell’Italia di Brescia si sono radunati in 500 per chiedere fondi per i centri antiviolenza, educazione sessuale ed affettiva nelle scuole, così come lo stop alle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. E dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, in un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera, ha parlato anche il ministro delle Giustizia, Carlo Nordio che ha riferito: “Come nella mafia esistono i reati spia, così nei femminicidi ci sono gli atteggiamenti spia: sintomi di un possibile aggravamento di violenza. Prepariamo un opuscolo da diffondere in scuole, social, posti di lavoro. Ciò che ieri poteva sembrare galanteria, insistenza, messaggi social può essere invece la spia di una futura violenza”.
Poi il ministro continua dicendo: “Occorre informare anche i maschietti dei reati prefigurati e dei rischi che si corrono con certi comportamenti perché l’addensamento di questi reati mi fa pensare anche ad una sorta di emulazione. Più che una legge organica serve un intervento organico. E una radicale rieducazione soprattutto di giovani e adolescenti, per renderli consapevoli dei loro doveri in particolare verso le coetanee”.
“L‘aggressività di molti uomini deriva dalla sedimentazione millenaria del dominio maschile sulla donna, iniziato ai primordi della civiltà quando l’unico criterio di supremazia era la forza muscolare. Da lì la subalternità femminile nell’ambito militare, politico, culturale e sessuale. Solo negli ultimi decenni abbiamo preso atto della pari dignità di genere. Ma se la razionalità accetta questa situazione, il nostro codice genetico è difficile da rimodulare. Ecco perché occorre educare e informare, ascoltare i giovani ma anche dare risposte adeguate”.