Fatture false per la vendita di bottiglie di champagne. Indagate diverse persone, tra cui un imprenditore italiano molto noto nel settore
La Guardia di finanza di Milano ha scoperto un giro di fatture false nel settore dello champagne ed ha portato alla luce una filiera societaria fraudolenta: vini, champagne, alcolici e carte bollate che andavano e venivano, generando un fatturato incredibile anche grazie al meccanismo dell’Iva extracomunitaria.
Il G.I.P. ha emesso, presso il Tribunale di Milano, un’ordinanza di custodia cautelare. Cinque persone sono state arrestate: due uomini italiani residenti all’estero e una donna sono in carcere, mentre gli altri due sono ai domiciliari Un sesto, noto imprenditore italiano del settore, è costretto all’obbligo di dimora.
Le accuse sono di associazione a delinquere con l’aggravante di transnazionalità, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti in frode all’Iva comunitaria, riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti e infine appropriazione indebita in ambito societario. Ecco però come agivano e qual era il giro di affari.
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Il meccanismo
Tutto è nato da un’indagine in merito ad alcune vendite di ingenti partite di champagne che, dall’Italia, venivano commercializzate in Francia. Gli agenti hanno quindi scoperto un giro di fatture false che, dal 2015 e per i successivi sei anni, hanno generato un introito di 850 milioni di euro: da questi deriva un’evasione di IVA di circa 170 milioni di euro.
Di fatto, i truffatori agivano fingendo il passaggio ripetuto della medesima merce tra diversi operatori, sia sul suolo italiano che extracomunitario. Questo coinvolgeva una rete capillare di società appartenenti a diversi paesi europei quindi spagnole, bulgare, olandesi, francesi o portoghesi. Le fatture finte, poi, viaggiavano da missing trader estere, società filtro e cartiere nazionali e quindi ritornavano al primo soggetto. In questo modo, tutto questo giro creava una “frode carosello chiusa” che, in Italia, non è soggetta ad Iva e quindi aumenta il risparmio fiscale.
Gli arresti
A causa del meccanismo venuto alla luce, gli agenti hanno arrestato cinque persone: nonostante vivessero da tempo all’estero, sono state tutte raggiunte in Lombardia. I tre oggi in carcere sono ritenuti i promotori e gli ideatori stessi di questa truffa, mentre i collaboratori sono ai domiciliari.