L’indagine traccia un identikit preciso di Luca Lucci, il leader degli ultras milanisti. Tutte le decisioni passavano da lui: la Curva, il suo regno
Nessuno osava dirgli di no, a lui che era l’incontrastato re della curva sud del Milan. Ogni decisione passava da lui, il sovrano che aveva addirittura imposto un decalogo di regole da impartire ai suoi sudditi, i quali dovevano sottomettersi completamente. Usano proprio la parola “regole” gli investigatori che hanno azzerato i direttivi del tifo organizzato di stanza al secondo anello di San Siro: ecco i dettagli dell’operato di Luca Lucci, oggi di nuovo in carcere.
Niente si doveva muovere, senza che Luca Lucci l’avesse prima saputo e approvato. Lui stesso l’ha confessato, in una telefonata fatta all’ultrà juventino Loris Grancini, vicino al suo ex socio Giancarlo Sandokan Lombardi. “Io sono capo della curva dal 2009”, gli ha detto. A supportare la tesi secondo cui Lucci fosse il capo incontrastato al quale tutti dovevano sottomettersi è anche il pluripregiudicato capo dei Fedayn napoletani, che confessa che al secondo anello di San Siro nessuno fa di testa sua. Ecco quindi un ritratto di Luca Lucci.
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Il controllo totale
Secondo gli investigatori della Squadra Mobile, ogni agguato ed ogni aggressione fisica contro altri esponenti della curva Sud del Milan è stata pensata, organizzata e gestita da Luca Lucci con una sola finalità: quella dell’ottenimento del controllo totale della curva. Il secondo anello blu di San Siro, infatti, non era solo un luogo fisico in cui tifare il club rossonero, ma un vero e proprio territorio d’affari da difendere da ogni minaccia: lasciare spazio ad altri gruppi di tifosi, quindi, avrebbe permesso ai loro capi di imporsi e quindi avrebbe indebolito il potere di Lucci.
I legami con i clan
Gli inquirenti si stanno concentrando anche e soprattutto sui legami che Lucci ha con personaggi vicini ad esponenti dei clan. Una relazione importante per Lucci, ad esempio, è quella che ha con Rosario Calabria, che a sua volta è vicino a Domenico Papalia, figlio di Antonio ed appartenente ad una famiglia di ‘ndrangheta che orbita a Buccinasco e a Corsico. Altra amicizia importante per Lucci è quella con Saverio Trimboli, che ha già un patteggiamento per furto nel 2001 e un altro per lesioni personali nel 2008, oltre al coinvolgimento in un’inchiesta per droga.
Altro personaggio importante nell’indagine è Islam Hagag, conosciuto come Alex Cologno, accreditato di numerose “entrature calabresi” che, tra le altre cose, gli hanno permesso anche di infilarsi nell’organizzazione del tour estivo di Fedez e altri cantanti in quattro locali della costa della Calabria. Per riuscire in quest’impresa, secondo i pm Islam Hagag si sarebbe affidato a Francesco Barbaro, figlio di uno dei più importanti elementi della ‘ndrangheta jonica.
Anche altri personaggi “interessanti” però, appartengono al giro di Lucci. Un esempio è quello di Gianluca De Marino, capo ultrà del Rione Sanità di Napoli con precedenti per associazione mafiosa e con un fratello killer di camorra, intercettato fuori dal negozio di Cologno Monzese che si sa essere stato il quartiere generale di Lucci.