Prima l’ha seguita, poi le è saltato addosso e l’ha aggredita puntandole alla gola un coccio di bottiglia. La 15enne si salva videochiamando un’amica. Il fatto avvenuto nel quartiere Corvetto a Milano
Una sera di fine luglio una 15enne riceve una videochiamata da un’amica. E’ a casa in via Polesine a Milano, quartiere Corvetto. Accetta la chiamata e sullo smartphone appare l’amica coetanea che le implora aiuto, ha un pezzo di vetro puntato alla gola. L’adolescente è spaventata, alza il tono della voce per parlare con la ragazzina e chiederle dove si trovi in quel momento.
Nell’altra camera, in casa, c’è il padre della 15enne che ha ricevuto la telefonata che intuisce immediatamente che qualcosa non va. L’amichetta della figlia è in pericolo di vita e il 46enne Simone Lembo agisce, non ci pensa su due volte. Non è la prima volta che quell’uomo di origini nordafricane aggredisce i passanti. “E’ capitato – racconta a il Giorno Lembo – anche alle mie due figlie qualche giorno fa”.
15enne aggredita a Corvetto: il racconto
A raccontare di quanto accaduto ieri sera, martedì 30 luglio, a Milano è il padre dell’adolescente che ha ricevuto la videochiamata dall’amica coetanea. Simone Lembo a il Giorno ha detto: “L’ha agganciata all’uscita della metropolitana di piazzale Corvetto e ha iniziato a seguirla. A un certo punto, poco dopo la fermata della 95, le è saltato addosso, le ha messo il pezzo di vetro vicino al collo e ha iniziato a toccarle le gambe.
Poi ha detto frasi senza senso, incomprensibili, si è alzato la maglietta e si è ferito al petto con il coccio, come a dire: non ho paura di fare male a me, faccio male anche a te”. Lembo capisce immediatamente che l’amica della figlia 15enne è stata braccata da un malintenzionato e di corsa scende le scale e si trova nel cortile interno del palazzo in via Polesine dove abita.
La giovane vittima è proprio lì, vicino al portone d’ingresso: “Lui mi ha sentito gridare e ha cominciato a correre: io ho provato a inseguirlo, ma non sono riuscito a prenderlo. E forse è stato anche meglio così”. L’aggressore, secondo le descrizioni rilasciate, potrebbe essere di origini nordafricane, e nell’ultimo periodo più volte è stato avvistato nel quartiere milanese. Oltre ai residenti della zona, anche lo stesso 46enne Simone ha confermato di averlo visto.
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Il precedente
Domenica scorsa, spiega ancora Lembo: “Sono uscito con il cane e lui (l’aggressore ndr) era seduto a terra: stava affilando un coltello con una lama di circa 15 centimetri. Quella è stata la prima volta che l’ho visto”. Poi aggiunge: “Le mie figlie mi hanno confidato che lunedì questa persona ha rincorso anche loro verso le 18.30-19. Sono scappate nel cortile, lui ha visto la famiglia, ha visto mia moglie e un po’ di persone ed è scappato”.
Il 46enne, che vive al Corvetto da sempre parla di un quartiere “abbandonato”: “Vedo girare le pattuglie delle forze dell’ordine, non posso dire che non siano presenti nella zona ma resta il fatto che qui non abbiamo sicurezza: ho paura per le mie figlie, le accompagno ovunque. Me ne vado da qua, non è più come prima”.
Uno dei posti più problematici del quartiere meneghino è sicuramente piazzale Gabrio Rosa, dove più volte i residenti hanno segnalato la presenza costante di spacciatori e sbandati. Solo due giorni fa, alla luce del sole una rissa tra due gruppi di giovani non ha fatto altro che confermare le preoccupazioni dei cittadini.