Le lunghe braccia della ‘ndrangheta hanno avvolto il business del padel a Milano. Dopo l’arresto nel 2022 dell’imprenditore Marco Molluso, ora arriva la prima condanna per false fatture e autoriciclaggio: 2 anni e 8 mesi.
L’imprenditore, ex allenatore del Vogherese calcio e nipote del boss ‘ndranghetista Giosofatto Molluso, Marco Molluso, già accusato di false fatture e autoriciclaggio e arrestato a seguito delle indagini seguite dalla Dda e dalla pm della Direzione distrettuale antimafia Silvia Bonardi sulla vicenda del dicembre 2022 che vedeva la ‘ndrangheta infiltrata sui campi da padel a Milano, ora il gup ha emesso la prima sentenza.
L’indagine della Dda aveva accertato come la ‘ndrangheta avesse messo le mani sul nascente e ridente business del padel. Dall’attività investigativa erano poi stati sequestrati preventivamente a Molluso otto campi da padel del valore di circa 700mila euro, tutti siti all’interno di un centro sportivo comunale del capoluogo lombardo.
La sentenza all’imprenditore Marco Molluso è stata emessa con rito abbreviato dalla gup Tiziana Gueli, a conclusione delle indagini della Direzione investigativa antimafia di Milano. Secondo l’inchiesta della pm antimafia, quegli 8 campi da padel sarebbero stati costruiti con soldi illeciti derivanti da un giro di false fatture.
Per l’accusa quel denaro era così investito dal nipote del boss Giosofatto Molluso, ‘ndranghetista della locale cosca di Corsico. Il giudice Gueli con la sentenza ha ridato i campi precedentemente sequestrati a Molluso, al Comune di Milano. Il Centro sportivo comunale Sant’Ambrogio di Milano era stato affidato dal Comune in concessione alla società Palauno Asd.
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Secondo quanto riportato dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari (Gip) Anna Calabi, Molluso, avrebbe impiegato nel 2021, insieme ai cugini, figli del boss, come “amministratore e rappresentante legale della Mc Immobiliare almeno 177.706 euro, provenienti da una frode fiscale da 1,5 milioni, finanziando la realizzazione degli 8 campi da padel”.
Alla base di tutto un fittizio “contratto di prestazione d’opera” tra la società Palauno Asd e la Mc Immobiliare, tale da dare giustificazione documentale ai lavori per i campi. Intercettato nel 2021, il 39enne aveva dichiarato: “Dietro questo ca.. di padel c’è un business infinito eh”.
Nell’inchiesta sull’affare sporco del padel è stato messo agli atti anche la figura di Giosofatto Molluso ritenuto dal nipote imprenditore ‘ndranghetista “un saldo punto di riferimento”. Nel frattempo, la difesa di Molluso, con l’avvocato Matteo Picotti, ha dichiarato che presenterà ricorso in appello contro la condanna per il suo assistito a due anni e 8 mesi di domiciliari. Infine, la società sportiva “Vogherese calcio” per il quale Molluso era l’allenatore, ieri ha comunicato la risoluzione consensuale del contratto.