Milano alle prese con l’inquinamento. Il problema principale sono (anche) i fiumi: le Olimpiadi di Parigi richiamano l’attenzione ambientale.
La Senna fa perdere il senno. A Parigi scoppia il caso con gli atleti costretti a nuotare nel fiume mettendo a rischio le proprie condizioni di salute. Questo è quanto emerge dai report delle Olimpiadi, con i campioni che hanno nuotato nel celebre fiume francese alle prese con escherichia coli e altre malattie del genere, colpa dell’inquinamento e della condizione delle acque non controllate e spesso ricettacolo di germi e virus proprio per mancanza di controlli e depurazione.
Annosa questione che prende spunto dallo sport per arrivare a parlare di ambiente. Una certezza comune che collima con la necessità di intervenire a livello comune e globale perchè la Senna è un campanello d’allarme per i principali fiumi d’Europa. Anche Milano non è immune da questo discorso. Il Lambro è uno dei fiumi più inquinati d’Italia.
Nell’area ci sono rifiuti scaricati pari a 8000 abitanti. Cifre da capogiro che non solo aumentano il fattore inquinante ma definiscono l’area ad alto rischio ambientale. Quanto successo a Parigi potrebbe determinarsi anche altrove. Gli atleti hanno sollevato un problema che esiste da anni.
Quando finiranno le manifestazioni sportive, continueranno gli interrogativi e certe scelte dovranno essere prese non soltanto in Francia. L’ambiente non ha bisogno di gare o competizioni, ma cerca maggiore consapevolezza e qualità. Stavolta non c’è tempo per guardarsi indietro ma è necessario guardare avanti con maggiore attenzione e i mezzi più adeguati.
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Quello che è successo alla Senna può prendere in contropiede anche il Lambro. Sala in tal senso promette interventi tempestivi: “Non possiamo far finta di niente – ha detto – non resta altro che capire da dove cominciare”. A settembre, con la ripresa delle attività, l’agenda è già fitta d’impegni. Stavolta non ci saranno medaglie, soltanto scadenze da rispettare per evitare l’effetto boomerang che ha travolto la Francia.