L’incendio scoppiato nel carcere minorile Beccaria di Milano ieri sera ha intossicato sei detenuti. Due ragazzi sono rimasti lievemente feriti e portati in ospedale. L’ipotesi del rogo
Il bilancio dell’incendio scoppiato ieri sera, venerdì 26 luglio 2024, all’interno del carcere minorile di Milano, Cesare Beccaria, è di sei intossicati. Due ragazzi di origine nordafricana detenuti nella casa circondariale sono stati portati in ospedale dal personale sanitario del 118, intervenuto sul posto insieme al lavoro dei vigili del fuoco.
Secondo i primi accertamenti il rogo sarebbe di origine dolosa, scaturito molto probabilmente da un lenzuolo dato alle fiamme. Non è il primo incendio che si registra all’interno della struttura penitenziaria. Già in passato episodi simili sono accaduti, come quello dello scorso 6 maggio, fortunatamente senza danni fisici al personale in servizio e ai giovani minorenni carcerati.
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Incendio al Beccaria: cosa è successo
Il rogo, secondo i fatti conosciuti, sarebbe nato all’interno di una cella e avrebbe interessato un letto. Dalle lenzuola date alle fiamme dai giovani detenuti, si sarebbe poi propagando l’incendio.
Si attende di stabilire la dinamica precisa dei fatti, seppur al momento l’ipotesi più probabile è che si tratti di un gesto voluto dai detenuti, ancora non è chiaro il motivo. Da quello che si apprende, comunque, le fiamme non si sono propagate altrove e sono state spente dagli agenti di polizia penitenziaria.
Pochi minuti dopo lo scoppio del rogo, in via Calchi Taeggi a Milano sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno perlustrato l’intero perimetro del carcere per esaminare che fosse tutto a posto. Con loro al Beccaria sono giunti anche i sanitari del 118, che hanno trasportato 2 dei 6 intossicati all’ospedale San Paolo e al San Carlo, in codice verde e giallo per lievi ferite.