Carmine Gallo, ex poliziotto coinvolto nell’inchiesta della Dda di Milano sul dossieraggio, dichiara di non aver mai violato banche dati riservate. Durante l’interrogatorio, si è definito un servitore dello Stato. Tutti i dettagli sull’indagine.
La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano, in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia (DNA), prosegue la sua attività investigativa su una presunta rete di cyber spie legata alla società Equalize.
Tra gli indagati uno dei personaggi più rilevanti è senza dubbio Carmine Gallo, ex poliziotto, accusato di aver partecipato a operazioni di dossieraggio sfruttando sistemi informatici riservati.
Secondo le accuse, Equalize avrebbe utilizzato alcuni hacker per accedere illegalmente a banche dati protette raccolti dalle forze dell’ordine.
I magistrati sostengono che Carmine Gallo, in qualità di amministratore della società, avrebbe raccolto informazioni sensibili su commissione di clienti disposti a pagare per ottenere dati riservati.
In particolare, l’accesso sarebbe avvenuto al Sistema d’Indagine Informatico (SDI), un database della polizia contenente dati altamente confidenziali, comprese segnalazioni e dettagli di indagini in corso.
Durante l’interrogatorio, Carmine Gallo ha negato ogni addebito ribadendo la sua innocenza anche ai cronisti che gli hanno chiesto una dichiarazione sulla sua posizione all’interno dell’inchiesta: “Non ho mai concorso in alcuna violazione dei software che proteggono le informazioni riservate”.
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Difeso dagli avvocati Antonella Augimeri e Paolo Simonetti, l’ex poliziotto si è reso disponibile a collaborare con le autorità per ricostruire i fatti e chiarire le responsabilità delle persone coinvolte.
Carmine Gallo si è definito un “servitore dello Stato” e ha ribadito la sua intenzione di cooperare pienamente con le istituzioni. Già durante le dichiarazioni spontanee rilasciate al giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice, aveva affermato di non avere mai mancato ai suoi doveri: “In 41 anni ho servito le istituzioni e continuerò a farlo anche ora”.
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Questa posizione, secondo i suoi legali, dimostra la volontà di distinguere il suo ruolo da quello di eventuali altri soggetti implicati nell’inchiesta. Gallo ha anche sottolineato di non aver mai ‘bucato’ banche dati riservate né di avere violato alcuna legge.
Nell’ambito della stessa inchiesta, è stato ascoltato anche Nunzio Gabriele Calamucci, tecnico informatico e presunto membro della rete di Equalize. L’interrogatorio tuttavia non si è ancora concluso, e Calamucci è stato riconvocato per martedì prossimo, 17 dicembre. Secondo le accuse, Calamucci avrebbe avuto un ruolo operativo nella gestione degli accessi illeciti alle banche dati.
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La Procura di Milano ritiene che i membri del gruppo abbiano utilizzato sofisticate tecnologie per penetrare nei sistemi informatici delle forze dell’ordine, creando una rete di dossieraggio senza precedenti. Il loro obiettivo sarebbe stato quello di fornire informazioni personalizzate ai clienti della società, violando le normative sulla protezione dei dati sensibili.
Equalize, società amministrata da Carmine Gallo ed Enrico Pazzali, è al centro delle indagini per il presunto utilizzo di una rete di hacker finalizzata all’accesso illegale a banche dati istituzionali. Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera, si è autosospeso dal suo incarico dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati.
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Secondo gli investigatori, i dati ottenuti attraverso il Sistema d’Indagine Informatico sarebbero stati utilizzati per costruire dossier dettagliati, richiesti da clienti privati per scopi personali o aziendali. Questa attività rappresenterebbe una grave violazione delle norme sulla sicurezza informatica e sulla tutela della privacy.
Le autorità stanno proseguendo con gli interrogatori dei principali indagati e con l’analisi delle prove raccolte. Oltre a Carmine Gallo e Nunzio Gabriele Calamucci, gli inquirenti stanno valutando il coinvolgimento di altre figure chiave nella gestione delle attività illecite. L’obiettivo è definire con precisione le responsabilità e ricostruire la catena di comando all’interno di Equalize.
L’esito dell’inchiesta potrebbe avere ripercussioni significative sul piano legale, ma al momento Gallo e gli altri indagati continuano a dichiararsi innocenti. Gli sviluppi delle indagini saranno determinanti per chiarire la portata delle accuse e l’eventuale responsabilità degli imputati.