Dall’incendio divampato in via Fra Galgario 8 a Milano in cui è morta la famiglia Tollardo, padre, madre e figlio, una persona si è salvata miracolosamente. Ecco come
Una tragedia che non ha lasciato scampo ad una intera famiglia. I Tollardo: il padre 66enne Silvano, la moglie Carolina De Luca, 63 anni, e il figlio 34enne Antonio sono morti intossicati dal fumo dell’incendio divampato al piano terra della palazzina in via Fra Galgario numero 8, a Milano.
A provocare il rogo molto probabilmente le scintille scoppiate dalla marmitta di una Volkswagen Polo in riparazione all’interno dell’officina meccanica sita al piano terra dello stabile e gestita dal 39enne Fabrizio Ghiani. In pochissimo tempo le fiamme hanno invaso tutto salendo per le scale e avvolgendo gli appartamenti. Oltre alle 3 vittime decedute anche una terza inquilina è rimasta intossicata ma, fortunatamente, si è salvata.
La superstite di via Fra Galgario 8
Mentre quel giorno l’incendio, dall’autofficina “Ghidel sas” al piano terra, è salito verso l’alto bruciando l’edificio, il fumo, a causa dell’effetto camino dovuto al vano scale, ha invaso gli appartamenti vuoti al primo e al secondo piano raggiungendo il terzo piano. Qui viveva la famiglia Tollardo, tutti e tre deceduti, probabilmente a causa dell’intossicazione.
L’unica sopravvissuta al disastro è una donna di 89 anni che abita al quinto piano della palazzina la quale è riuscita a salvarsi aspettando i soccorsi in bagno. La donna insieme alla famiglia Tollardo erano gli unici nuclei abitativi in quella scala. Secondo la testimonianza raccolta da il Giorno, quando la donna si è accorta del fumo è corsa nel bagno, ha chiuso la porta e si è affacciata alla finestra sul cortile, respirando aria pulita finché non sono arrivati i vigili del Fuoco.
Successivamente l’anziana è stato trasportata in ospedale lievemente intossicata ma fuori pericolo. L’unica superstite sarebbe in buone condizioni ed è stata dimessa ieri dall’ospedale. Il suo appartamento è stato posto sotto sequestro poiché inagibile e al momento è ospitata da parenti seppur la proprietà del condominio ha messo a disposizione per lei una camera d’albergo.
L’interrogatorio al gestore dell’autofficina
Per ricostruire la dinamica dell’incendio Fabrizio Ghiani, titolare dell’autofficina indagato per incendio colposo e omicidio colposo, sarà interrogato. Il 39enne, che dal rogo divampato dal suo locale ha perso tutto, davanti al pm di turno dovrà chiarire i punti chiave del tragico evento.
Quando si è sviluppato l’incendio il 39enne era da solo nell’autofficina ed era intendo a riparare una Volkswagen Polo posizionata sopra un ponte. Gli investigatori ipotizzano una fuoriuscita anomala di carburante dall’auto, che molto probabilmente a causa del contatto con una fonte di calore ha innescato il rogo che ha raggiunto una montagna di pneumatici diventando indomabile in pochi attimi. Fabrizio Ghiani è uscito fuori dal locale, mettendosi in salvo.
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Le indagini
Il Nucleo investigativo antincendio dei Vigili del fuoco ha ricevuto, ieri, la delega da parte della Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. In una nota, come riporta il Giorno, si legge che i rilievi dei prossimi giorni, “saranno fondamentali per accertare cosa può aver determinato l’incendio nell’attività posta al piano terra e cosa possa aver contribuito all’interessamento così massivo a carico dell’edificio e soprattutto dell’unità dove hanno perso la vita le persone”.
Ma si indaga anche su un altro aspetto fondamentale, ovvero l’accertamento del rispetto (o meno) delle misure di sicurezza e del piano antincendio dell’autofficina. Ci si domanda ora se gli estintori erano funzionanti. E ancora, i copertoni, che devono essere depositati lontano da fonti di calore, erano conservati in modo adeguato? C’è stata una sottovalutazione dei rischi? Domande che a breve dovranno avere una risposta concreta. Tutto partirà dall’analisi della macchina distrutta dalle fiamme.