La Corte d’Appello di Milano ha confermato l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano. Ma l’esclusione della premeditazione scatena la protesta della famiglia, in particolare della sorella Chiara, che parla di sentenza ingiusta e dolorosa.
Ergastolo confermato, ma senza l’aggravante della premeditazione. La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso di infliggere ad Alessandro Impagnatiello la pena massima prevista dalla legge per l’omicidio di Giulia Tramontano. Ma ha escluso che il gesto sia stato pianificato con anticipo.
Una decisione che, se da un lato conferma la responsabilità gravissima dell’imputato, dall’altro ha provocato un’ondata di polemiche e indignazione.
Il delitto di Giulia Tramontano, uccisa dal convivente del quale era incinta di sette mesi, avvenuto nel maggio 2023 a Senago, aveva scosso l’Italia intera: Giulia fu brutalmente uccisa a coltellate nella casa che condivideva con l’uomo che diceva di amarla. Impagnatiello, che intratteneva un’altra relazione, aveva poi tentato di nascondere il corpo e costruire una falsa pista per depistare le indagini.
La sorella della vittima, Chiara Tramontano, ha espresso tutta la sua rabbia e frustrazione subito dopo la lettura della sentenza: “Una vergogna. Questa non è giustizia. Mia sorella è stata uccisa due volte: la prima da quell’uomo, la seconda da questa decisione che non riconosce la premeditazione”.
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Parole, pronunciate con dolore e rabbia ma anche con grande luciditĂ che hanno trovato eco immediata sui media e sui social.
Chiara ha denunciato anche il modo in cui i media hanno raccontato la vicenda: “Hanno mostrato immagini felici di Giulia accanto al suo assassino, ignorando quanto questo potesse ferirci. Nessuno ha pensato al rispetto per la sua memoria ma nemmeno al nostro dolore amplificato da quelle immagini e dalla leggerezza con la quale sono state mostrate”.
Una presa di posizione ha acceso un faro sul ruolo dell’informazione e sulla necessità di trattare con maggiore sensibilità i casi di femminicidio.
La Corte ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti per dimostrare una pianificazione consapevole dell’omicidio. Nonostante i messaggi ambigui inviati nei giorni precedenti da Impagnatiello e il tentativo di avvelenare la compagna con topicida, i giudici hanno escluso l’aggravante della premeditazione.
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Restano invece confermate le aggravanti della crudeltĂ e della minorata difesa: Giulia fu colpita con decine di coltellate, almeno 37 quelle andate a segno, mentre si trovava in una situazione di totale vulnerabilitĂ .
Anche l’isolamento diurno per tre mesi è stato confermato per Impagnatiello. Rigettate le richieste della difesa di applicare altre attenuanti generiche.
Nel corso del processo, la difesa aveva avanzato la richiesta di accesso alla giustizia riparativa, un percorso previsto dalla riforma Cartabia. Si tratta di un meccanismo che consente all’imputato, anche in casi gravissimi, di affrontare un percorso di consapevolezza e confronto con le vittime. La famiglia Tramontano ha già fatto sapere di non voler prendere parte a nessun tipo di mediazione, ritenendola inopportuna e offensiva.