Marina Berlusconi condivide il testamento morale lasciatole dal padre. Ecco cosa ha pensato per lei Silvio: la sua commozione è infinita
Sono passati nove mesi dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, che se n’è andato il 12 giugno a causa delle complicanze insorte dopo una leucemia mielomonocitica cronica da cui era affetto. Dopo tutto questo tempo, nel quale i figli hanno iniziato a gestire il patrimonio lasciato loro da padre e hanno preso in mano l’eredità e tutto ciò che ne consegue, oggi Marina Berlusconi ha voluto parlare di quanto il padre ha lasciato proprio a lei.
Pochi giorni prima di morire, infatti, Silvio Berlusconi le avrebbe detto parole molto intime e profonde, proprio quelle che un padre dice alla propria figlia con tutto l’amore del mondo intuendo che probabilmente potrebbero essere le ultime di un vita intera. A nove mesi di distanza da quell’addio così doloroso, Marina ha voluto condividerle con tutti: a rendere noto questo “lascito ideale” è Paolo Del Debbio nella prefazione del suo nuovo libro, pubblicata questa mattina dal Corriere della Sera.
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La primogenita del Cavaliere, nata il 10 agosto 1966, ha rivelato di essere stata vicino a lui, nella sua camera del San Raffaele, per tutto il tempo nel quale ha scritto per lei quelle righe, così profonde e importanti. “Non potrò mai, mai dimenticare“, ha confessato. La sera prima gli aveva fatto visita e, nonostante non stesse benissimo, l’aveva trovato piuttosto bene, il solito uomo di sempre: la mattina dopo, però, ha trovato un’altra persona, affaticata, cupa e sofferente.
“Si fece accompagnare dalla poltrona al tavolo. Chiese carta e penna, chinò il capo e cominciò a scrivere” ha detto. A un certo punto, però, Silvio posa la penna, la fissa dritta negli occhi e le dice: “Vedi Marina, la vita è così: vien, fai, fai, fai… e poi te ne vai“, ricorda la figlia con un’emozione palpabile.
Dopo aver scritto la prima pagina, Silvio la passa alla figlia e gliela fa leggere: è in quel preciso momento che Marina si rende conto di star leggendo il testamento del padre, “la sintesi delle convinzioni e dei valori che lo avevano sempre accompagnato”, confessa. Il Cavaliere continua però a scrivere e, quando termina le quattro pagine, chiede di essere riaccompagnato a letto. “Io restai lì impietrita, facendo finta di non aver compreso quello che entrambi avevamo compreso benissimo“.
Ad oggi, Marina confessa di aver letto e riletto quel testamento morale decine di volte, passandoselo tra le mani nei momenti più duri e cercando di farsi forza sulla base di quelle ultime volontà. “Non contengono nulla di inedito, ma mi piace condividerle con quanti a mio padre hanno voluto bene, con quanti hanno creduto in lui e continuano a credere nelle sue idee” confessa infine.