La famiglia di Ramy: “Basta violenze nel suo nome”

Dopo i gravi incidenti di sabato a Roma e Bologna la famiglia di Ramy Elgaml ribadisce un appello… “Il ricordo di Ramy sia un simbolo di unità e dialogo, non di divisione”,  condanna unanime delle violenze durante i cortei

Gravi incidenti con un bilancio purtroppo serio. A Roma, otto agenti feriti e danneggiamenti importanti tra negozi, vetrine e auto parcheggiate ai margini del passaggio del corteo.

Famiglia Ramy Elgaml
Scontri violenti nel fine settimana durante le manifestazioni per Ramy – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Altri incidenti la settimana scorsa a Bologna e a Milano, altri agenti contusi e numerosi disagi. Gli scontri sono avvenuti in un clima di grande tensione proprio durante le manifestazioni indette a seguito della tragica morte di Ramy Elgaml, il giovane deceduto a Milano in seguito al termine di un drammatico inseguimento da parte dei carabinieri.

Ramy Elgaml, parla la famiglia

Attraverso un accorato appello, i familiari del giovane hanno chisto che il ricordo di Ramy non venga in alcun modo utilizzato per alimentare divisioni, ma che resti un simbolo di unità e pace. La condanna è chiara: “No a ogni forma di violenza e vandalismo” hanno detto ieri il padre, il fratello e la fidanzata del giovane deceduto.

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In una dichiarazione pubblica, Yehia Elgaml, il padre del giovane Ramy, ha ribadito il suo appello per cortei pacifici: “Quando ci sono persone che manifestano per chiedere giustizia e verità per mio figlio, non devono fare casino o cose brutte. Per favore, fate manifestazioni con calma, pacifiche”.

Parla Yehia, il padre di Ramy

Le parole del padre di Ramy sono un invito esplicito a mantenere la pace e il rispetto durante le manifestazioni, evitando ogni forma di disordine pubblico.

Yehia Elgaml ha inoltre sottolineato la sua fiducia nella Repubblica Italiana e nel presidente Sergio Mattarella: “Viviamo sotto il la sua protezione, non solo gli italiani, ma anche gli immigrati e gli stranieri che hanno scelto di stare in questo paese”.

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L’appello del capofamiglia è davvero accorato: “Lo abbiamo chiesto fin da subito. Agire con violenza pensando che questo porti un senso di giustizia alla morte di mio figlio è profondamente sbagliato. Sono fiducioso che la verità sarà la giustizia che attendo, ammesso che possa essere di qualche sollievo. Ma non posso accettare che il nome di mio figlio diventi un pretesto per scatenare violenze…”

L’appello dell’avvocato della famiglia di Ramt

Barbara Indovina, legale della famiglia Elgaml, ha espresso con chiarezza la posizione dei familiari riguardo agli avvenimenti recenti: “La nostra unica richiesta è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni. Siamo profondamente turbati nell’apprendere che il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza”.

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Secondo l’avvocato, il ricordo di Ramy deve rappresentare un simbolo di unità e dialogo, piuttosto che di divisione e distruzione. “L’appello della famiglia che ho fatto mio e che condivido è rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”, ha concluso il legale.

Corteo Ramy Elgaml
Uno degli striscioni alla guida delle manifestazioni per Ramy – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Condanna delle violenze nei cortei

Durante i cortei organizzati a Roma e Bologna si sono verificati episodi di violenza e vandalismo che hanno suscitato l’indignazione della famiglia Elgaml. Yehia Elgaml e i suoi familiari si sono dissociati a più riprese e fermamente da questi episodi, ribadendo che il loro unico obiettivo è ottenere verità e giustizia per Ramy: “Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirsi a noi nella ricerca di un percorso che porti a una vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni” hanno dichiarato gli Elgaml.

Clima di tensione

Tuttavia resta una certa tensione intorno al nome di Ramy. Anche in considerazione del fatto che nuove manifestazioni sono annunciate per questa settimana e molte altre, come quella di Roma che non era stata autorizzata né ufficializzata, possano nascere spontaneamente dopo gli scontri di Torino, Roma e Bologna.

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