Se già d’inverno è un lavoro pesante e pericoloso, d’estate diventa anche scarso. Cosa succede ai rider di Milano, d’estate: è allarme
Il tema dei rider è caldo, di questi ultimi tempi. I servizi di food delivery, infatti, sono sempre di più e sono sempre di più i cittadini che ne fanno uso, un po’ per pigrizia e un po’ per comodità. Il problema, però, è che spesso a portare fisicamente al cliente ciò che ha ordinato è un lavoratore sottopagato, senza garanzie e tutele e, nella maggior parte dei casi, in bicicletta anche sotto le intemperie. E d’estate la situazione peggiora ulteriormente: cosa sta succedendo.
Come accade ogni estate, anche in questo mese di agosto 2024 Milano è praticamente vuota. Da un lato è un buon segno, poiché significa che le famiglie hanno potuto permettersi le vacanze e che quindi la situazione economica media è buona; dall’altro, però, per chi svolge lavori come quello del rider questo è una condanna. Ecco infatti quanto guadagnano i lavoratori di questa categoria in questi giorni e cosa fa, qualcuno di loro, per campare.
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Calano gli ordini
A causa di una città svuotata, per i rider milanesi rimasti in città si sono svuotate pure le liste di ordinazioni. A parlarne è Andrea Bacchin, funzionario di Nidil Cigl Milano, che rivela che in questi giorni questi lavoratori sono arrivati a guadagnare anche meno di 40 euro lordi al giorno. Qualcuno, per ovviare a questo problema, ha deciso di fare il trasfertista e quindi di spostare la propria sede di lavoro in una località turistica, di mare o di montagna, dove si spera che le ordinazioni tornino a crescere per via della presenza di vacanzieri. “Un’opportunità possibile però solo per alcune app e se si possiede una certa anzianità di servizio” aggiunge però Mario Grasso, funzionario della Uiltucs nazionale.
Gli stranieri, dato il periodo scarno di guadagni, in alcuni casi decidono di approfittarne per tornare nei loro paesi nativi e godersi per qualche giorno la famiglia ma, anche in questo caso, è un problema, poiché per questi lavoratori le ferie non sono pagate.
Il calo del mercato
Rispetto al 2020, il numero di rider a Milano è calato. In piena pandemia si stimava che fossero circa 3mila, mentre quest’anno si stima che lavorino circa 2500 rider nella città meneghina, sebbene non ci siano cifre ufficiali. Dopo l’inevitabile accelerazione del periodo pandemico, il mercato del food delivery sta quindi vivendo una fase di assestamento.
Un bacino infinito di rider, però, c’è ancora ed è quello dei richiedenti asilo o degli stranieri in attesa di permesso di soggiorno. Per essere in regola queste persone necessitano un’entrata stabile, quindi devono dimostrare di poter godere di un certa forma di reddito. Questo lavoro, che si può svolgere senza patente e senza alcuna qualifica, viene visto quindi come l’ancora di salvezza: alcuni di loro arrivano a lavorare anche 18 ore al giorno, fatturando circa 3mila euro al mese. La situazione, però, è allarmante ed inaccettabile e proprio per questo i sindacati stanno insistendo sulla firma di un nuovo contratto collettivo che, sebbene se ne parli, sembra ancora lontano.