Nazim Mordjane, cittadino palestinese di 32 anni, si è tolto la vita in carcere inalando il gas di una bomboletta: ecco cos’è successo
Aveva 32 anni e, lo scorso 21 settembre, era evaso dal San Paolo di Milano buttandosi da una finestra del secondo piano. Nel cercare di fermare la sua fuga, un agente cadde battendo la testa e venne ricoverato in gravi condizioni a causa delle fratture alla teca cranica e alle vertebre, che gli costarono anche un delicato intervento alla colonna vertebrale.
Il cittadino palestinese si trovava detenuto in carcere dal 10 agosto precedente per una rapina di Rolex in concorso e, dopo una lite con un altro detenuto del San Vittore, lo scorso 21 settembre era stato portato al San Paolo per una visita specialistica. Sempre in carcere, ma a Como, è stato portato dopo l’evasione dall’ospedale stesso e qui ha perso la vita: nelle scorse ore il sindacato penitenziario Uilpa ha fatto sapere della sua morte, “con ogni probabilità” riferibile a un suicidio.
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La fuga dal San Paolo
Dopo la lite con l’altro detenuto del San Vittore, Nazim Mordjane era stato portato al Pronto Soccorso per una visita maxillo-facciale per alcune contusioni al volto. In attesa del suo turno, si trovava in una stanza infettivi usata proprio per i pazienti piantonati, dotata di un anticamera e di un bagno privato. Nel bagno c’era anche una piccola finestra grande 40 cm per 40 cm, senza sbarre e con un’apertura a vasistas: secondo la ricostruzione, Mordjane sarebbe riuscito a scassinare l’infisso e quindi a saltare fuori dalla finestra.
A quel punto, l’agente De Rosa l’avrebbe inseguito ma, trovandosi davanti a un salto di un metro in orizzontale, non ha avuto il tempo di valutarlo ed è caduto nel vuoto per circa 10 metri. A causa dell’impatto ha riportato fratture al cranio e alle vertebre, che gli sono costate un intervento e un lungo ricovero.
Il suicidio in carcere
Nelle ultime ore, Nazim Mordjane si sarebbe tolto la vita in carcere mediante l’inalazione del gas di una bomboletta da campeggio. Il suo corpo è stato trovato ieri sera in cella, poco dopo le 21: questo sarebbe l’ennesimo tentativo di suicidio, stando a quando hanno riferito le guardie. “Tutto ciò è l’emblema dello stato drammatico delle carceri, frutto di politiche inadeguate, miopi, incompetenti dei governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni” ha commentato il segretaro di Uippa, Gennarino De Fazio.